MICHELE PUSTERLA
Cronaca

Bianzone, razzia di cellulari nella notte: "colpo" da 30mila euro all’Expert

I ladri sfondano la vetrata con una ruspa rubata e poi fanno il furto in pochissimo tempo

Il potente mezzo meccanico utilizzato come ariete all'Expert

Bianzone (Sondrio), 12 febbario 2021 -  Non è escluso che, dopo un accurato sopralluogo effettuato nei giorni scorsi, per studiare bene il bersaglio da colpire, una volta effettuato in gran velocità il saccheggio nel cuore della notte, abbiano deciso di non allontanarsi subito dalla Valtellina, per evitare il rischio concreto di essere fermati da qualche pattuglia. La banda che ieri, poco prima delle 3, ha sfondato la vetrata con una ruspa rubata nelle vicinanze, per rubare cellulari, tablet e computer dal negozio Expert all’interno del centro Iperal di Bianzone, potrebbe avere trovato riparo in un casolare vicino e aspettato il giorno pieno prima di allontanarsi in più auto confondendosi in mezzo al traffico di una giornata qualsiasi, così da non dare nell’occhio.

Una volta scattato l’allarme da Expert, sul posto è giunta in pochissimi minuti una delle 9 pattuglie in servizio - in Valtellina - durante la notte dell’Istituto di vigilanza di Sondrio e la guardia giurata ha avuto la sensazione che qualcuno, ancora all’interno dell’esercizio commerciale svaligiato, si allontanasse in tutta fretta, mentre chiedeva l’intervento dei carabinieri e allertava i colleghi della centrale nel capoluogo. I malviventi, forse, sono stati costretti a lasciare il lavoro a metà e si potrebbe, dunque, parlare di un furto parzialmente sventato, ma l’entità del bottino - ancora in corso di esatta quantificazione - si aggira sui 30mila euro. Ora l’indagine, con al setaccio le immagini di telecamere, passa ai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Tirano, gli stessi che, di recente, sono stati protagonisti della brillante soluzione della razzia di orologi di valore commessa ai danni di una gioielleria di Livigno con la cattura di una banda di 6 georgiani. La svolta ci fu dopo l’arresto, in flagranza all’Iperal di Castione, di tre componenti che, in quel momento, ancora non si sapeva fossero stati tra i malviventi ad avere colpito lassù. Ma, per le modalità simili, i segugi di Sebastiano Mastrogiovanni lo sospettavano. In carcere rimasero non tanti giorni, il tempo necessario a organizzare la trappola. Scarcerati, con la scusa del Covid contratto da due, vengono loro restituiti i cellulari. Non fanno in tempo a uscire che contattano con i telefonini gli amici-complici, per farsi venire a prendere a Sondrio. Da quel momento inizia una proficua attività di intercettazione che darà, come detto, importanti frutti.