Sondrio, Bartelli sulla Valtellina: un faro sugli appalti

Dalla guida della Squadra Mobile di Sondrio il salto a quella di Verona "In Valle tante operazioni"

Il vicequestore Carlo Bartelli 52 anni, dopo 21 anni lascia Sondrio per dirigere la Squadr

Il vicequestore Carlo Bartelli 52 anni, dopo 21 anni lascia Sondrio per dirigere la Squadr

Sondrio, 27 maggio 2022 -  Si è fatto l e ossa in una questura di confine, quella di Sondrio, imparando il “mestiere“ sul campo, con più problematiche da affrontare insieme e quindi raggiungendo una vasta entità di conoscenze, e ora è pronto per spiccare il grande salto. Anche se, per la verità, lo sarebbe stato anche prima. Il dottor Carlo Bartelli, 52 anni ("Non è ancora il 2 giugno, giorno del mio compleanno", tiene a precisare durante una delle ultime giornate di lavoro nel suo ufficio di via Sauro), romano, laurea in Giurisprudenza, dopo 21 anni di servizio in Valtellina, sempre alla guida della Squadra Mobile, ufficio con il quale ha portato in porto con i suoi uomini e donne (oggi 19 elementi) numerose e brillanti attività investigative che gli sono valse molteplici premi e riconoscimenti, da lunedì sarà alla guida della Squadra Mobile di Verona, una delle più importanti in assoluto dell’intero Nord Italia e non solo. A Sondrio, oltre che dirigente della Mobile, ha dovuto spesso ricoprire, in contemporanea, anche altri incarichi, come ad esempio quello, assai delicato, di reggente della Divisione Anticrimine, dal 2001 al 2012 e della sezione di Polizia Postale, dal 2005 al 2012.

Ma è sicuramente nella Mobile che si è maggiormente distinto, che ha saputo mettere in luce le sue non comuni capacità investigative che, ora, metterà a frutto nella più popolosa città del Veneto.

"Quali le indagini che ricorderò con maggiore piacere ? - risponde il vicequestore Bartelli, in questa breve intervista-bilancio -. Sono tante, come “Alba Chiara“ sul fronte dello spaccio, con 37 ordinanze di custodia cautelare che portò a smantellare un’importante organizzazione, l’operazione “Iron“ contro la criminalità organizzata dalla quale emersero legami anche con esponenti della mafia e portò, tra l’altro, alla cattura a Morbegno dell’ultimo latitante dell’inchiesta Infinito. Ma non dimentico quella battezzata “Amici miei“ sulle tangenti che vide coinvolti alcuni esponenti del mondo politico locale. In questa piccola realtà ho maturato significative esperienze, non solo nel contrasto agli stupefacenti, ma anche nel 4° settore, quello che riguarda le fasce più deboli, come i reati sessuali a danno delle donne. Lo testimonia la validità del lavoro investigativo che ha portato alle condanne di un ginecologo e di un pediatra". E che Valtellina lascia ?

"Lascio una squadra investigativa di alto profilo che continuerà a collaborare in stretto contatto con la Procura che ha sempre sostenuto i nostri impulsi investigativi. Abbiamo risolto, in tempi rapidi, pure il caso della rapina alla sala giochi in città. Ora nel capoluogo lo smercio di droga è in mano ai nigeriani, nei paesi c’è il fenomeno dello spaccio dei marocchini nei boschi: il lavoro da fare è sempre tanto. E i ragazzi non si tirano certo indietro. Ora bisogna monitorare gli ambienti più sensibili all’aggressione criminale. Le grandi opere in programma in Valtellina, in chiave pure olimpica, possono esporre il territorio agli appetiti della criminalità organizzata, per appalti molto ricchi con soldi già disponibili per le infrastrutture da realizzare. La guardia deve essere ancora più alta che in passato".