Effetto caldo, assalto ai rifugi alpini

Sondrio, il vicepresidente della categoria, Emanuele Bergomi: "Stiamo lavorando molto bene e sono tornati gli stranieri"

Rifugi alpini

Rifugi alpini

Lanzada (Sondrio) - L’attività dei rifugi (70 circa in provincia) va a gonfie vele e per i rifugisti si prospetta una stagione coi fiocchi. Ma alla lunga (parliamo di anni) questo innalzamento delle temperature potrebbe rendere più problematica l’attività perché coi ghiacciai che si ritirano e con le falde acquifere in sofferenza sarebbe più difficile procurarsi l’acqua, necessaria ed essenziale per la "vita" del rifugio e dei suoi visitatori. Nella prima stagione post Covid 19, l’afflusso di escursionisti che, soprattutto nel fine settimana, raggiungono i rifugi è imponente e incessante come ci conferma Emanuele Bergomi, vicepresidente del Gruppo Rifugi (Unione del commercio e del turismo).

Le temperature decisamente moleste di questi giorni in città e pianura hanno consigliato tanta gente di effettuare una gita in montagna. E di fermarsi, perché no, nei numerosi rifugi presenti sulle bellissime montagne valtellinesi. "Sarà il caldo afoso che c’è in pianura ma noi stiamo lavorando molto bene – dice Bergomi, gestore del rifugio Zoia in Valmalenco -, di gente ce ne è tanta. Le persone scappano dalla città e dalle zone di pianura e raggiungono le località di montagna e quindi anche i rifugi. Si sta lavorando molto bene e anche i miei "colleghi" mi dicono di una situazione ottima a livello turistico. E quest’anno sono tornati anche gli stranieri, assenti nelle ultime due stagioni caratterizzate dalla pandemia di Covid 19. Il maggior numero di clienti è concentrato nel weekend ma si lavora anche in settimana". Dal punto di vista climatico, invece che impatto ha sulla vostra attività l’innalzamento delle temperature e la scarsità di acqua?

"Il problema dell’approvvigionamento dell’acqua per ora è marginale, ne soffrono solo quei rifugi che prendono l’acqua da fonti poco "fornite" a causa del caldo, della scarsità di precipitazioni e di altri fattori. A breve termine non è un fattore che incide sulla nostra attività, ma è chiaro che se la situazione dovesse protrarsi per anni allora potrebbero esserci problemi per noi per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’acqua, necessaria per le attività del rifugio". Per ora quindi tutto procede nel migliore dei modi nei rifugi valtellinesi ma il cambiamento climatico, a lungo termine, potrebbe mettere in grande difficoltà anche questa attività che consente agli escursionisti di concedersi una vacanza o un "pit stop" in montagna in assoluta tranquillità.