Il giornalista sondriese Andrea Sceresini bloccato in Ucraina dalle autorità locali

Kiev ha sospeso l'accredito giornalistico a lui e all'amico e collega Alfredo Bosco: rischiano di essere arrestati al primo checkpoint. Contatti con l'ambasciata italiana

Andrea Sceresini in Ucraina

Andrea Sceresini in Ucraina

Sondrio - Solidarietà ad Andrea Sceresini, reporter sondriese indipendente al quale è stato notificato dalle autorità ucraine la sospensione dell’accredito giornalistico. E questa è una bruttissima notizia, perché in zona di guerra lavorare senza l’accredito è veramente impossibile o quasi perché per Andrea e per il collega e amico Alfredo Bosco è difficilissimo muoversi liberamente, senza il concreto rischio di essere arrestati al primo checkpoint.

Articolo 68, associazione ispirata al ’68 come chiaramente si evince dal nome, è vicina ad Andrea, che ha incominciato a scrivere proprio a Il Giorno, (e ad Alfredo) come lo siamo noi e spera che la situazione, incominciata il 6 febbraio con la notifica della sospensione dell’accredito, si sblocchi a breve. Tra l’altro, come ricorda Articolo 68, tra i fixer (accompagnatori) ucraini che lavorano nel Donbass si sono sparse voci, di cui esisterebbe prova scritta, che indicano Scerenini e Bosco come "collaboratori del nemico".

Un’accusa gravissima in zona di guerra. Andrea e Alfredo sono a Kiev, in contatto con l’ambasciata italiana, e attendono lumi dalla Farnesina. "L’unica notizia arrivata ai due giornalisti italiani riguarda un ipotetico interrogatorio al quale dovrebbero sottoporsi e che dovrebbe essere eseguito dagli uomini dell’Sbu (i servizi segreti ucraini)". Inizialmente l’interrogatorio avrebbe dovuto tenersi a Kramatorsk, dove i due si trovavano, ma dopo giorni di inutile attesa, su consiglio anche dell’ambasciata italiana, Sceresini e Bosco sono andati a Kiev. Il sospetto è che alla radice di questi provvedimenti vi sia il lavoro giornalistico svolto nelle repubbliche separatiste dal 2014.