"Amareggiati, ma quante irregolarità ai seggi"

Como, il candidato del centrodestra (per ora) escluso dal ballottaggio annuncia ricorso al Tar. Sarà presentato entro domani

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di Roberto Canali

Non bastavano gli elettori, pochi, che hanno decretato seppur di misura l’esclusione del centrodestra dal ballottaggio. A 72 ore dalla chiusura delle urne di quelle che rimangono le elezioni più controverse che si sono mai tenute in città, prima ancora del risultato definitivo che rimane sospeso per la necessità di completare le operazioni di spoglio in tre sezioni, quel che è certo è il ricorso al Tar del centrodestra. Lo ha annunciato ieri pomeriggio nel corso di una conferenza stampa il candidato sindaco Giordano Molteni, alla presenza dell’onorevole Alessio Butti e del coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari, del segretario cittadino della Lega, Daniele Peduzzi e del segretario provinciale di Forza Italia, Mauro Caprani.

"Su 8mila e oltre votanti, avere poche decine di voti di differenza con l’altro candidato ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca – ha chiarito subito Molteni – Poi sono sorte anche complicazioni ai seggi, dunque ricorreremo al Tar". Si parla apertamente di irregolarità nelle operazioni di spoglio, non solo nelle tre sezioni che continuano a rimanere aperte anche dopo l’intervento della commissione centrale. "Ci sono state molte contestazioni – spiega Stefano Molinari – attraverso il lavoro dei nostri rappresentanti di lista stiamo raccogliendo tutte le segnalazioni. Addirittura in un seggio un presidente ha raccolto le preferenze su un foglio di carta e non ha voluto trascriverle sui registri, un’irregolarità assoluta". Il ricorso sarà presentato entro domani, poi dipenderà tutto dai tempi di risposta del tribunale. Di sicuro in attesa del verdetto dei giudici è la matematica a condannare il centrodestra, anche se con responsabilità diverse, rispetto ad appena cinque anni fa. Per strada si sono persi quasi 4mila voti, dagli 11.826 conquistati da Mario Landriscina nel primo turno con una percentuale del 34,77% delle preferenze, ai 7.953 (ai quali vanno aggiunti quelli delle tre sezioni ancora in bilico, attorno ai 600) di Giordano Molteni che valgono il 27,06% delle preferenze espresse dagli elettori.

È vero che è c’è stato un calo drastico, ma la flessione è stata generalizzata e anche all’interno del centrodestra c’è chi è andato male, la Lega per esempio passata dal 10,06% di cinque anni fa al 6,66%, e chi invece come Fratelli d’Italia ha triplicato i propri voti passando dal 4,63% al 12,68%. "Il risultato a Como non è soddisfacente – taglia corto Mario Caprani, coordinatore di Forza Italia e vincitore a Erba dove è diventato sindaco già al primo turno - le elezioni sono una scienza quasi perfetta dunque è evidente che qualcosa non ha funzionato e non da ora ma da più lontano".