Cancro al polmone, Durvalumab prima e dopo la chirurgia riduce del 32% recidiva e morte

Contro il carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio precoce l’associazione dell’anticorpo monoclonale e della chemiorerapia

Il fumo è la causa prima del cancro ai polmoni

Il fumo è la causa prima del cancro ai polmoni

Milano, 18 aprile 2023 - Cancro al polmone la battaglia continua ma con un’arma in più. Una nuova via è stata aperta contro il carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio precoce: il trattamento con durvalumab, un anticorpo monoclonale umano diretto, insieme alla chemioterapia neoadiuvante prima di un intervento chirurgico e dopo ha dato infatti risultati più che positivi. Il cancro del polmone è la principale causa di morte per neoplasia tra uomini e donne, rappresentando circa un terzo di tutti i decessi per cancro.  E il fumo è la causa principale

Durvalumab

Chemioterapia neoadiuvante

AstraZeneca

Recidiva e morte

Tollerabilità e chirurgia

Svolta storica

Riduzione rischio recidiva

Durvalumab

Durvalumab – si legge sul sito AstraZeneca - di è un anticorpo monoclonale umano diretto che contrastando i meccanismi di immuno-evasione messi in atto dal tumore e consente la riattivazione del sistema immunitario. 

Chemioterapia neoadiuvante

Viene eseguita in caso di diagnosi di tumore prima di un intervento chirurgico o della radioterapia, per far sì che l'intervento possa essere meno invasivo e più efficace limitando l'irradiazione del tumore ad altre zone del corpo.

AstraZeneca

E’ il risultato principale dello studio AstraZeneca di Fase III Aegean soprattutto se comparato alla sopravvivenza libera da eventi rispetto alla sola chemioterapia seguita dalla chirurgia, nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio precoce operabile. Già in una analisi precedente, la combinazione di durvalumab e chemioterapia neoadiuvante aveva inoltre dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e rilevante della risposta patologica rispetto alla sola chemioterapia neoadiuvante. I risultati sono stati presentati nella sessione plenaria dell'American Association for Cancer Research.

Recidiva e morte

Nello studio i pazienti trattati con durvalumab prima e dopo la chirurgia hanno mostrato una riduzione del 32% del rischio di recidiva, progressione o morte rispetto alla sola chemioterapia. All'analisi finale della proteina C reattiva (pCR) , il trattamento con durvalumab più chemioterapia neoadiuvante prima della chirurgia ha determinato un tasso del 17,2% rispetto al 4,3% nei pazienti trattati con la sola chemioterapia neoadiuvante.

Tollerabilità e chirurgia

Durvalumab è stato generalmente ben tollerato. Dei pazienti trattati con il regime con l’anticorpo monoclonale, il 77,6% ha completato la chirurgia rispetto al 76,7% di quelli trattati solo con chemioterapia. Gli eventi avversi di ogni causa di Grado ¾, da severo a molto grave, sono stati riscontrati nel 42,3% dei pazienti trattati con il regime con durvalumab rispetto al 43,4% per la sola chemioterapia.

Svolta storica

"L'aggiunta di Durvalumab, prima e dopo la chirurgia, ha il potenziale per diventare una strategia fondamentale che può modificare la storia del carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio precoce, aumentando significativamente le possibilità di cura- sottolinea Silvia Novello, ordinario di Oncologia Medica all'Università degli Studi di Torino - I risultati dello studio Aegean confermano l'importanza di valutare in modo multidisciplinare anche gli stadi iniziali di carcinoma polmonare. Anche per il paziente candidabile alla chirurgia, è auspicabile poter offrire la migliore strategia terapeutica, integrando l'intervento chirurgico con trattamenti innovativi, prima e dopo la stessa chirurgia. Questo approccio, potenzialmente, offre la possibilità di trattare un maggior numero di pazienti e anche con interventi chirurgici meno invasivi: la chemio-immunoterapia neoadiuvante è infatti in grado di ridurre le dimensioni del tumore e il trattamento perioperatorio offre anche la possibilità di ridurre il rischio di recidive".

Riduzione rischio recidiva

Spiega Giulia Pasello, ricercatrice in oncologia all'Università di Padova: “Circa il 30% dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule riceve una diagnosi abbastanza precocemente da poter essere sottoposto ad intervento chirurgico. Ciononostante, la recidiva è ancora frequente nella malattia agli stadi iniziali. Lo studio dimostra che l'immunoterapia con durvalumab combinata alla chemioterapia prima della chirurgia e in monoterapia dopo l'intervento migliorano la risposta patologica completa, che indica l'assenza di malattia residua. Un risultato che si traduce in un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da eventi e, quindi, in una consistente riduzione del rischio di recidiva".