Letizia Moratti si dimette da Regione Lombardia. Bordate a Fontana e al governo Meloni

Lascia le cariche di vicepresidente e assessore al Welfare: "Venuto meno il rapporto di fiducia con il presidente. Questa Amministrazione a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi"

Letizia Moratti, vicepresidente di Regione Lombardia, si dimette. Lo fa con una nota nella quale sottolinea il "venir meno del rapporto di fiducia con il Presidente Attilio Fontana" e sottolineando come la decisione sia da mettere in relazione a "an forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di questa Amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi".

Letizia Moratti e Attilio Fontana
Letizia Moratti e Attilio Fontana

Dimissioni che arrivano dopo i rumors degli ultimi mesi che parlavano di una Moratti (in quota Forza Italia) decisa a candidarsi come presidente alle prossime elezioni regionali e di un Fontana (Lega) invece intenzionato a provare il bis.

"Per rispetto dei cittadini - scrive in una nota Letizia Moratti -, con senso di responsabilità e in considerazione del delicato momento socio-economico del Paese, ho atteso l’esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo Governo per rendere nota la mia posizione. Per questi motivi, e solo oggi, di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il Presidente Attilio Fontana, annuncio la decisione di rimettere le deleghe di vicepresidente e di assessore al Welfare di Regione Lombardia

"Un forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di questa Amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi. Una scelta di chiarezza di cui mi faccio pienamente carico, anche in considerazione dei provvedimenti contraddittori assunti in materia di lotta alla pandemia".

In particolare la Moratti punta il dito contro le recenti decisioni nei confronti della lotta alla pandemia. "Da una parte prendo positivamente atto che la linea da me stabilita per i cittadini lombardi è stata quella di seguire il parere degli esperti della Cabina di Regia lombarda che ho attivato sull’obbligo delle mascherine in ospedali e Rsa. Dall’altra, registro con preoccupazione la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini". 

"Si tratta di tre esempi, emblematici di una diversa impostazione politica in questo ambito. Credo infatti che se oggi il Paese è in sicurezza per quanto riguarda il Covid, lo dobbiamo senza alcun dubbio all’adesione massiccia alla campagna vaccinale dei mesi scorsi. Che è riuscita grazie allo straordinario senso di responsabilità civica dei cittadini lombardi, così come all’enorme impegno di medici, infermieri, militari, protezione civile e volontari, protagonisti di un processo che ha portato la Lombardia ad essere tra le prime aree al mondo per adesione e copertura". 

"Un successo di cui essere fieri e che ora viene messo in discussione da provvedimenti che non condivido. Nel dare le dimissioni, con spirito di correttezza e lealtà, sottolineo che rimango a disposizione della Regione per un ordinato passaggio di consegne dello stato di avanzamento dei progetti che ho e abbiamo attivato. Mi riferisco a temi e politiche che mi stanno particolarmente a cuore, oggetto delle mie ultime proposte di delibere che riguardano importanti investimenti pubblici per la salute dei cittadini, per la realizzazione di ulteriori Case di Comunità e per ridurre drasticamente le liste di attesa negli ambulatori.