Governo, Draghi ottiene la fiducia in Senato con 262 sì

Contrari 40 voti, due astenuti. Numeri che assicurano, almeno per l'avvio del lavoro, una navigazione tranquilla. Ora si passa alla Camera

Roma, 17 febbraio 2021 - Il governo Draghi incassa la prima fiducia al Senato. I voti favorevoli sono 262, i contrari 40 e 2 astenuti. Erano presenti 305 senatori, di cui 304 votanti.  Numeri che 'blindano' il suo governo e assicurano, almeno per l'avvio del lavoro, una navigazione tranquilla. Anche se i 'dissidenti' M5s che votano no sono 15, con in piu' 6 pentastellati assenti che non rispondono alla 'chiama'. Dunque, resta alta la tensione nel Movimento, dove il dissenso non si placa.

La lunga giornata d'esordio per Draghi a palazzo Madama scorre via senza eccessi di pathos, ne' tantomeno si registrano momenti di tensione, gli ormai soliti toni in crescendo dei leader a cui l'Aula era solita assistere negli ultimi mesi. Unico 'distinguo' che ripropone le divisioni tra centrosinistra e centrodestra quando il premier cita Giuseppe Conte: i giallorossi applaudono, cori di 'buu' si levano dai banchi dell'allora opposizione. Per il resto, fatta eccezione per il 'no' di Fratelli d'Italia, i si' sofferti di diversi senatori pentastellati e la prevista 'pattuglia' dei dissidenti M5s che si attesta a quota 15, il 'copione' scorre via senza sorprese.

Domani alla Camera 

La capigruppo della Camera ha deciso il timing in vista del voto di fiducia di domani al governo Draghi, previsto alle 20 con l'appello nominale. Tre ore, dalle 9 alle 12, saranno dedicate alla discussione generale sulle comunicazioni del governo, poi pausa sanificazione (dalle 12 alle 13.30), dalle 13.30 alle 16 previsto il seguito della discussione generale. Alle 16 pausa sanificazione.  Alle 18 replica presidente del Consiglio mentre tra le 18.30 e le 20 sono attese le dichiarazioni di voto. Anche in questo ramo del Parlamento e' atteso un risultato da record, anche se per il momento al Senato il governo Monti detiene ancora il primato del numero dei voti a favore (281). 

Draghi: "Impedire che imprese falliscano"

"Il Parlamento sarà informato in modo adeguato e tempestivo sul complessivo programma e sulle politiche specifiche di intervento. Il governo conferma l'impegno ambientale coinvolgendo sui temi sindacati e corpi intermedi". E' cominciata così la replica di Mario Draghi dopo la discussione generale sulla fiducia al governo. "La Cultura è imprescindibile per tornare presto alla normalità" ha poi detto Draghi prima di affrontare i temi dell'immigrazione "l'Italia propone distribuzione dei migranti pro quota" in Europa e delle infiltrazioni della malativa nelle attività in crisi. "Bisogna impedire che le imprese falliscano. Alcune non riapriranno, ma turismo riaporirà certamente", ha detto Draghi raccogliendo l'applauso del Senato.

Il dibattito

Il dibattito di oggi ha visto succedersi più di 70 interventi, la gran parte dei quali in sostegno del premier, tranne quelli dei senatori di Fratelli d’Italia che hanno confermato la volontà di restare all’opposizione, definendosi le “sentinelle d’Italia”. Il no a Draghi è arrivato anche dalle senatrici Bianca Laura Granato e Silvana Abate e dal senatore Matteo Mantero del Moviemnto 5 Stelle. Mentre hanno votato a favore i cosiddetti Responsabili vicini al M5s Domenica Castellone e Vincenzo Presutto.  I leader delle principali forze politiche di governo hanno invece espresso la loro soddisfazione per la giornata.

Il discorso di Draghi

Uscire dalla pandemia, rilanciare l'economia, fare le riforme per regalare ai giovani un Paese migliore. Nei 51 minuti (quattro in meno del suo predecessore, Antonio Conte) di intervento Mario Draghi ha toccato tantissimi aspetti su quello che sarà la road map seguita dal suo governo. Nel suo discorso il premier è partito ovviamente dalla contingenza, ovvero battere il virus che il presidente del Consiglio definisce "il nemico di tutti". Superare la pandemia sarà il primo obiettivo che necessita la collaborazione di tutti, nessuno escluso. Un discorso in cui il premier ha chiesto sostegno ai partiti proprio come nel Dopoguerra nel nome del bene comune, per un nuovo Rinascimento italiano.   Il premier è stato interrotto 21 volte dagli applausi.

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