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Shein chiude a Stradella e licenzia oltre 300 lavoratori: il colosso del fast fashion sposta la sede in Polonia

Il gigante cinese chiuderà il centro logistico nell'Oltrepò Pavese entro fine anno. Persi oltre 460 posti di lavoro (coi contratti a termine non rinnovati): previsti solo 60 ricollocamenti

Il negozio di Shein aperto a Milano

Il negozio di Shein aperto a Milano

Pavia – Sono partiti oggi i 311 licenziamenti dei dipendenti a tempo indeterminato del centro logistico Shein di Stradella, nell’Oltrepò Pavese. L’annuncio è arrivato durante l’incontro in Prefettura a Pavia tra i sindacati e Fiege Logistics, la società che gestisce la logistica per conto del gigante cinese dell’abbigliamento low cost.

La chiusura del sito produttivo sarà definitiva entro la fine dell’anno, con l’attività che verrà trasferita in Polonia. Oltre ai 311 lavoratori a tempo pieno che perderanno il posto, non sono stati rinnovati altri 150 contratti in scadenza. Solo una sessantina di dipendenti riuscirà a mantenere il lavoro attraverso ricollocamenti in magazzini della zona: 50 rimarranno a Stradella e 10 si trasferiranno a Castelsangiovanni, in provincia di Piacenza.

Il prossimo 22 settembre è previsto un nuovo incontro con la proprietà per discutere gli aspetti economici della chiusura. Durante la riunione odierna, Fiege ha ventilato la possibilità che il sito di Stradella possa essere rilevato da nuovi acquirenti all’inizio del 2026, ma al momento si tratta solo di un’ipotesi.

La posizione di Shein

"Il polo logistico di Stradella è gestito dal nostro partner, Fiege. L’accordo di servizio triennale tra SHEIN e Fiege è iniziato a dicembre 2022 e giungerà alla sua naturale scadenza a dicembre 2025 – fanno sapere dall’azienda -. In linea con la strategia più ampia di SHEIN, volta all’ottimizzazione del servizio e al miglioramento dell’esperienza del cliente, Fiege è stata informata con oltre un anno di anticipo rispetto alla conclusione del contratto della decisione di interrompere le nostre operazioni a Stradella. Questo anticipo ha avuto l’obiettivo di garantire a Fiege tempo più che sufficiente per prepararsi e implementare eventuali misure di adeguamento, inclusi gli aspetti legati alla gestione del suo personale. Nel corso di tutto il processo, SHEIN ha mantenuto, e manterrà, un dialogo costante e trasparente con Fiege e, sin dall’inizio, ha rispettato pienamente tutti gli impegni finanziari e contrattuali previsti dall’accordo”. 

Il colosso Shein e le sue controversie

Shein è diventato negli ultimi anni uno dei giganti mondiali dell’e-commerce di abbigliamento, specializzandosi nel fast fashion ultra-economico. Fondata nel 2008 dall’imprenditore Chris Xu, l’azienda cinese ha costruito il suo successo su prezzi stracciati e una produzione seriale che rinnova continuamente il catalogo con migliaia di nuovi articoli ogni giorno.

Il modello di business di Shein si basa su una catena produttiva che collega direttamente i consumatori occidentali con piccoli produttori cinesi, saltando intermediari e riducendo drasticamente i costi. Questa strategia ha permesso all’azienda di raggiungere una valutazione di oltre 100 miliardi di dollari e di diventare una delle app di shopping più scaricate al mondo.

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Tuttavia, il successo di Shein è accompagnato da crescenti critiche, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale. Il modello del fast fashion estremo promosso dall’azienda viene accusato di alimentare il consumismo compulsivo e di contribuire significativamente all’inquinamento globale. Gli abiti vengono spesso indossati pochissime volte prima di essere gettati, creando montagne di rifiuti tessili difficili da smaltire.

Le organizzazioni ambientaliste denunciano inoltre l’uso di materiali sintetici di bassa qualità che rilasciano microplastiche durante i lavaggi e l’enorme impronta carbonica generata dai trasporti intercontinentali. Anche le condizioni lavorative nei stabilimenti produttivi sono finite sotto inchiesta, con accuse di sfruttamento e violazione dei diritti dei lavoratori.