ROBERTA RAMPINI
Economia

La Lpe di Baranzate era una “azienda strategica”, ora rischia di finire a Singapore: la protesta fuori dallo stabilimento

La multinazionale olandese Asm ha comunicato l’intenzione di delocalizzare: a rischio 140 posti di lavoro. Nel 2021 il Ministero esercitò la “golden power“ per bloccare l’acquisizione da parte di un colosso cinese

Il presidio dei lavoratori della Lpe davanti ai cancelli dell’azienda a Baranzate

Il presidio dei lavoratori della Lpe davanti ai cancelli dell’azienda a Baranzate

Baranzate (Milano) – Braccia incrociate dalle 10 alle 11 e presidio fuori dai cancelli, ieri mattina, alla Lpe di Baranzate. L’azienda, controllata dalla multinazionale olandese Asm, che produce reattori epitassiali per carburo di silicio e silicio, macchinari altamente tecnologici utilizzati per la realizzazione dei wafer di silicio, elementi fondamentali per la produzione dei chip e occupa 140 dipendenti, nei giorni scorsi ha comunicato alle parti sociali l’intenzione di riorganizzare il sito produttivo di via Falsarego delocalizzando la produzione in Singapore.

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Diego Tartari (foto Spf/Ansa)

“Qualche mese fa c’era stata una riduzione delle commesse da parte della Cina, ora questo annuncio mette in discussione il futuro di tutti e la continuità delle attività - dichiara Diego Tartari, delegato sindacale della Fiom Cgil - Siamo molto preoccupati, abbiamo paura che questo sia il primo passo per la chiusura dell’azienda anche se ci è stato assicurato che il settore ricerca e sviluppo non verrà toccato”.

Nel 2021 il Governo italiano con un documento che portava la firma dell’allora ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, per la prima volta aveva esercitato la “golden power“ e bloccato l’acquisizione da parte di un colosso cinese del 70% della Lpe in quanto ritenuta azienda strategica per l’interesse nazionale. “Se davvero questa azienda è strategica per il sistema Paese ci aspettiamo che il MiMit e il Governo intervengano immediatamente e mettano campo tutti gli strumenti a disposizione salvaguardare una realtà che è un’eccellenza tecnologica italiana e per tutelare i lavoratori - dichiara Marco Verga, rappresentante sindacale della Fiom di Milano - inoltre vorremmo sapere cosa c’è scritto nel documento secretato siglato al Mise nel 2022 quanto c’è stato il via libera all’acquisizione da parte di Asm”.

Davanti ai cancelli di via Falsarego, insieme ai lavoratori, c’era anche il sindaco baranzatese, Luca Elia. “Per quanto di nostra competenza ci impegneremo per monitorare la situazione. La nostra priorità è quella di tutelare i posti di lavoro e quindi salvaguardare decine di famiglie da possibili situazioni di crisi - commenta il primo cittadino - e difendere un’azienda strategica per il territorio e il Paese. Abbiamo già chiesto ai nostri rappresentanti in Regione e in Parlamento di occuparsi di questa vicenda”.

Oltre a un calo di commesse dalla Cina a mettere in difficoltà l’azienda ci sarebbero anche i dazi imposti dagli Stati Uniti e, secondo il sindacato, il fatto che il sito di Baranzate non ha una “camera bianca“ ovvero un laboratorio a bassissimo contenuto di microparticelle in sospensione, struttura indispensabile per creare macchinari ancora più precisi e restare competitivi sul mercato internazionale. “Qui ci sono ingegneri altamente specializzati e un know-how di competenze difficile da trovare altrove”, aggiunge il sindacalista. Quella di ieri è stata la prima giornata di mobilitazione, se non ci saranno novità da parte dell’azienda la protesta si sposterà sotto il palazzo di Regione Lombardia.