Protesta a oltranza alla Moreschi di Vigevano: "Basta col rinvio delle spettanze"

Gli operai continuano a manifestare: chiedono stipendi e Tfr arretrati. Intanto la minoranza sollecita la creazione di una struttura comunale dedicata alla crisi produttiva locale

La famosa azienda di scarpe Moreschi, fondata nel 1946 e diventata simbolo dell’economia della capitale lomellina, trasferisce la produzione altrove

La famosa azienda di scarpe Moreschi, fondata nel 1946 e diventata simbolo dell’economia della capitale lomellina, trasferisce la produzione altrove

Vigevano (Pavia) – La protesta continua. A oltranza. Gli operai della Moreschi di Vigevano proseguono con l’agitazione in attesa che l’azienda, che nelle scorse settimane ha annunciato di voler decentrare la produzione e ha avviato la procedura di licenziamento collettivo degli ultimi 59 dipendenti rimasti al lavoro nello stabilimento di via Cararola, provveda al saldo delle spettanze. Per tutti le spettanze di febbraio, per alcuni già licenziati a luglio 2023 una o addirittura due rate del Tfr, nonostante l’avvenuta notifica dei decreti ingiuntivi.

Così è stata attuata una protesta singolare, con fischietti, campanacci e nasi rossi da clown negli uffici dell’azienda insieme a un presidio durato tutta la giornata. Da allora la protesta sta continuando. L’azienda, da tempo nelle mani di un fondo di investimento svizzero, secondo i sindacati continua a fornire risposte vaghe. "In ogni circostanza – segnala Giovanna Currò della Ficltem Cgil – ci viene indicata una data che puntualmente viene disattesa. L’ultima scadenza che ci è stata prospettata è per la prossima settimana ma è ovvio che adesso è difficile avere fiducia in quello che ci viene raccontato".

Intanto i giorni passano e tra poco sarà un mese dall’avvio della procedura di licenziamento collettivo e poi la questione passerà alla Regione per un tentativo di mediazione. La Moreschi è intenzionata a chiudere lo stabilimento vigevanese e spostare altrove la produzione nonché il personale amministrativo e commerciale che al momento resta al proprio posto. Peraltro l’immobile è già stato venduto a terzi che ne potranno disporre liberamente anche se da parte del sindaco Andrea Ceffa sono arrivate rassicurazioni circa il mantenimento della destinazione industriale dell’area.

Nel frattempo i gruppi consiliari di minoranza di Pd, Polo Laico e M5s hanno chiesto la convocazione urgente della Commissione attività produttive. "Il Consiglio comunale aperto in cui si è analizzata la situazione del comparto produttivo vigevanese – si legge nella nota – ha evidenziato la necessità di una serie di azioni coordinate e di una struttura municipale espressamente dedicata a conoscere e fronteggiare quella che a tutti gli effetti è una crisi strutturale del settore produttivo cittadino. La Commissione dovrà essere aperta a esperti di comprovata capacità, in grado di indirizzare al meglio le proposte che verranno formulate".