Vigevano, licenziamenti alla Moreschi: l’incontro in Regione ultima speranza dei dipendenti

Al Pirellone si cerca un difficile tentativo di mediazione. E intanto in città si apre il fronte Fiscatech: annunciato il trasferimento a Cormons

Uno dei presidi davanti allo stabilimento Moreschi di via Cararola

Uno dei presidi davanti allo stabilimento Moreschi di via Cararola

Vigevano (Pavia) – Le ultime speranze per i dipendenti della Moreschi sono legate all’incontro previsto per la prossima settimana in Regione. Se anche quel tentativo di mediazione con la proprietà dovesse fallire, è probabile che all’inizio di maggio scattino i 59 licenziamenti annunciati, quelli degli ultimi lavoratori che sono ancora impegnati nello stabilimento di via Cararola.

L’intesa si annuncia particolarmente difficile perché le organizzazioni sindacali confermano la propria intenzione di non siglare alcun accordo se prima non saranno saldati gli stipendi arretrati e le pendenze per gli operai che hanno lasciato l’azienda la scorsa estate. La Regione sta lavorando perché si arrivi a un’intesa, ma al momento sembra che le parti siano ancora molto distanti. All’audizione della scorsa settimana davanti alla commissione Attività produttive della Regione, ha partecipato anche Guido Scalfi, il proprietario del fondo svizzero Hurleys, proprietario della Moreschi. "Il rappresentante del fondo – è stato il commento della consigliera regionale del Pd, Roberta Vallacchi – ci ha detto che la produzione avviene nelle Marche, ma ci sono diversi punti ancora da chiarire, primo fra tutti il futuro dell’azienda a Vigevano, perché non si è investito e perché, se la crisi è iniziata nel 2017 ed il fondo è entrato nel 2020, solo oggi chi amministra la città si accorto della gravità della situazione".

In città è aperto anche un altro fronte, quello della Fiscatech, che ha da tempo annunciato di voler trasferire la produzione nello stabilimento di Cormons (Gorizia), una scelta che non sembra discutibile. Ad oggi, dei 57 lavoratori dell’azienda, una decina si sono dichiarati disponibili al trasferimento, quattro si sono dimessi, mentre per una quarantina il futuro resta molto incerto.