UMBERTO ZANICHELLI
Economia

Vigevano perde un altro pezzo: Fiscatech va a Gorizia. E i lavoratori bocciano l’indennità proposta dall’azienda

Vigevano, l’assemblea respinge proposte della proprietà per i dipendenti che rifiutano il trasferimento in Friuli

Operai all’interno dello stabilimento Fiscatech in un’immagine d’archivio

Operai all’interno dello stabilimento Fiscatech in un’immagine d’archivio

Vigevano (Pavia) – I dipendenti della Fiscatech, una delle più importanti aziende vigevanesi che qualche settimana fa ha annunciato l’intenzione di voler spostare la produzione nello stabilimento di Cormons (Gorizia), hanno respinto le proposte di indennità avanzate dalla proprietà per i lavoratori, che sono la maggior parte, che hanno scelto di non trasferirsi. Ieri il personale ha tenuto un presidio davanti alla sede della storica azienda di via Oroboni, alla periferia della città. La bozza di accordo era già stata oggetto di un duro confronto a livello sindacale, visto che Cisl e Uil, pur non considerandola la migliore possibile, si erano dette disposte alla firma mentre la Cgil aveva preso le distanze, e non ha trovato il parere favorevole del personale che ha proclamato lo stato di agitazione.

La Fiscatech , che è anche una delle aziende più longeve in attività sul territorio, ha annunciato l’intenzione di trasferire la produzione chiudendo contestualmente lo stabilimento di Vigevano dove sono impegnati 57 lavoratori dei quali solo 4-5 hanno manifestato la disponibilità al trasferimento. Per gli altri si sta trattando per una indennità visto che l’azienda non licenzierà considerato che, per i trasferimenti oltre i 50 chilometri, sono ammesse le dimissioni per giusta causa.

"A seguito del rifiuto dell’azienda di attivare la procedura per la richiesta della cassa integrazione – si legge in una nota delle organizzazioni sindacali e della Rsu della Fiscatech – il sindacato aveva proposto un incentivo per i dipendenti non coinvolti nel trasferimento, l’azienda inizialmente aveva manifestato la propria indisponibilità salvo poi avanzare una proposta di incentivo molto modesto che è stata illustrata all’assemblea che l’ha respinta. La decisione di trasferire tutti i lavoratori in Friuli – continua il documento – non ci ha mai convinto sul piano industriale ma se è vero che l’azienda ha messo in conto il trasferimento di tutti i dipendenti, al momento sono solo 4-5 quelli che hanno dato la loro disponibilità. Perché allora la risorse risparmiate non vengono messe a disposizione dei lavoratori che restano? Per l’azienda non si tratta di costi aggiuntivi ma anzi di un notevole risparmio e del resto non può continuare a respingere tutte le proposte che arrivano dal sindacato e dai lavoratori. Per queste ragione – chiude la nota – i lavoratori hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione che durerà sino a quando non arriveranno risposte concrete".

Per l’economia della città si tratta di un altro grave colpo dopo il licenziamento degli ultimi dipendenti rimasti in forza alla Moreschi di via Cararola, "griffe" di primo piano della calzatura di lusso, che lascerà nei prossimi mesi la città. Per il personale rimasto a Vigevano da lunedì sono partite le lettere di licenziamento.