Vigevano, camionista ucciso: ritrovata la mazzetta con cui fu colpito

L'arma cusata contro Incarbone era riposta nel soggiorno della casa di via Buccella

Filippo Incarbone

Filippo Incarbone

Vigevano (Pavia), 18 febbraio 2021 -  Il ritrovamento è avvenuto martedì mattina durante i rilievi scientifici effettuati dai carabinieri del Ris di Parma nella casa di via Buccella dove, a inizio gennaio, si era consumato l’omicidio di Filippo Incarbone, 49 anni, l’autotrasportatore di origine pugliese del quale non si avevano più notizie da diverse settimane. La mazzetta da muratore, presunta arma del delitto, era su un ripiano nel soggiorno dove, secondo uno dei due arrestati, è avvenuto l’omicidio. Intanto si attende il conferimento dell’incarico per l’autopsia sul corpo di Incarbone, ritrovato dai sommozzatori dei vigili del fuoco martedì mattina, nel Ticino nella zona dell’Ayala, a circa 7 chilometri dal punto nel quale era stato gettato in acqua.

Per l’omicidio dell’uomo sono in carcere Michael Mangano, 31 anni, difeso dall’avvocato Fabio Santopietro e Gianluca Iacullo, 44 anni, assistito dall’avvocato Sabina Cabula. Devono rispondere di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Le versioni dei due sono molto differenti e le indagini del carabinieri di Vigevano dovranno accertare come sono andate effettivamente le cose. In particolare Iacullo, che ha collaborato da subito, ha riferito che ad uccidere Incarbone con la mazzetta, è stato Mangano in un momento di rabbia cieca. Almeno dieci colpi che l’uomo avrebbe subìto senza reagire, forse per il fatto che, come gli altri protagonisti della vicenda, quella sera aveva bevuto e fumato crack. Il 31enne vigevanese ha ammesso di avere malmenato la vittima ma non aver colpito per uccidere. Quando i due si sono resi conto del decesso dell’autotrasportatore, hanno deciso di sbarazzarsi del suo corpo. C’è un testimone oculare che li ha visti mentre caricavano il corpo in auto per trasportarlo nella zona del Ramo delle Streghe, diramazione del Ticino nel quale è stato gettato. Poi sarebbero tornati a casa e avrebbero consumato ancora droga per ore. Il Gip di Pavia, Luisella Perulli, ha convalidato il fermo dei due indiziati di omicidio e ne ha disposto la custodia in carcere col divieto di incontrarsi per 6 mesi per evitare che i possano concordare una versione univoca.