Università, protesta degli accampati: "Solo scuse, non vogliono ascoltarci"

Pavia, altra manifestazione. Respinta la richiesta di inviare una delegazione. Tira aria di sgombero delle tende .

Università, protesta degli accampati: "Solo scuse, non vogliono ascoltarci"

Università, protesta degli accampati: "Solo scuse, non vogliono ascoltarci"

"Non voglio rinunciare a visitare la mia patria che mi è stata rubata e che continuano ad opprimere. Voglio continuare ad esaltare la mia terra e voglio avere la possibilità di costruirmi lì una famiglia". Prendendo in mano il megafono uno studente italo-palestinese ha parlato con la voce rotta dalla commozione. Lo ha fatto alla manifestazione che si è tenuta ieri nel cortile del rettorato dell’Università dove oltre 150 studenti, che da venerdì hanno occupato il cortile Volta con una cinquantina di tende, si sono spostati quando hanno saputo che il Senato accademico non avrebbe accolto una delegazione. "Hanno sostenuto che il rifiuto avesse una motivazione formale perché la richiesta non era corretta – ha spiegato uno studente –. In realtà non vogliono darci ascolto. Abbiamo stilato una serie di punti perché non si può rimanere indifferenti".

Gli studenti chiedono la sospensione di tutti i rapporti accademico-scientifici con gli atenei israeliani. "Free Palestine" hanno gridato i ragazzi nel cortile, mentre la seduta del Senato era in corso. "Odio gli indifferenti" si leggeva sullo striscione retto da alcuni dei manifestanti. "Sto giocando d’azzardo – ha aggiunto B., lo studente italo-palestinese che preferisce mantenere l’anonimato –, so che molti mi conoscono e che potrei subire delle ripercussioni molto forti, ma devo fare una scelta. L’alternativa sarebbe rimanere tranquillamente in Italia e rinunciare alle mie radici".

Gli universitari vorrebbero una presa di posizione forte da parte dell’ateneo, la cessazione dei rapporti cessazione dei rapporti tra aziende e società che collaborano con Israele e dei rapporti con ogni industria che sia coinvolta nello sviluppo e commercializzazione di strumentazione bellica. "I nostri saperi non sono al servizio delle vostre guerre" hanno scritto gli universitari su un altro striscione. "Noi siamo aperti al dibattito – hanno proseguito gli studenti –, l’Università invece non vuole ascoltarci".

Le tende piantate nel cortile Volta da un momento all’altro potrebbero essere rimosse, anche se non interferiscono con l’attività didattica e amministrativa dell’Ateneo: "Ne siamo consapevoli - hanno ricordato gli universitari -, ma noi abbiamo organizzato una manifestazione molto pacifica e non torneremo indietro".

Manuela Marziani