
Passeggeri salgono su un bus
Pavia, 7 ottobre 2018 – «Ho chiesto il biglietto ad alcuni ragazzi che erano saliti sull’autobus, non l’avevano. Abbiamo discusso un po’ e li ho fatti scendere. Credevo fosse finita così, invece mi hanno aspettato al capolinea, che si trova alla fermata successiva. Mi hanno bloccato e circondato. Ho cercato di divincolarmi, poi per liberarmi, ho dato una testata. A quel punto la banda è scappata e io sono risalito sul bus per ripararmi».
L’autista di Autoguidovie aggredito da un gruppo di ragazzi saliti al quartiere Vallone, che qualche giorno fa è stato licenziato, è ancora sotto choc. Quell’episodio arrivato dopo 30 anni di esperienza come autista di Line lo ha segnato a tal punto da costringerlo a lasciare Pavia per trasferirsi dalla sorella a Genova. «Dopo quanto accaduto il 9 aprile ero sconvolto – aggiunge –. Sono rientrato in deposito e ho rilasciato una deposizione ai miei superiori e alle forze dell’ordine. Ho detto quanto ricordavo sull’onda dell’emozione. Una quindicina di giorni dopo l’episodio, su consiglio dell’azienda ho depositato anche un esposto alla Procura della Repubblica. Il magistrato ha chiesto di poter acquisire le immagini, senza audio, registrate dalle telecamere che si trovano su tutti i bus e sono emerse delle discrepanze tra il mio racconto e quanto si vede». Quindi nei giorni scorsi l’autista ha ricevuto una lettera di licenziamento ora impugnata dalla Cgil, che non ha mai potuto visionare le immagini come non le hanno mai viste il dipendente e il suo avvocato. «Questa vicenda – prosegue l’autista nel suo racconto – mi ha profondamente segnato. In 30 anni di servizio non ho mai ricevuto una contestazione disciplinare. Mi è capitato di rompere qualche specchietto passando nelle vie più strette, niente di più. Dal momento in cui sono stato aggredito, invece, non sono più riuscito a salire su un autobus per guidarlo. Avevo attacchi di panico. La presenza della gente mi intimoriva. Per questo motivo mi sono assentato diverso tempo dal lavoro. Non ero in grado di continuare a lavorare. Ho pensato a farmi curare prendendo dei farmaci. Nel momento in cui stavo superando il problema e cercavo di ottenere di nuovo l’idoneità alla guida, dopo una prima lettera di licenziamento arrivata praticamente subito, mi è stato notificato il licenziamento definitivo».
Ora il 57enne è formalmente disoccupato, ha inoltrato la domanda per ottenere la disoccupazione e sta cercando un nuovo lavoro come autista lontano da Pavia che non vuole neppure sentire nominare. «È una situazione assurda – commenta Massimo Colognese della Cgil che sta seguendo il caso –. Possibile che un lavoratore aggredito debba essere licenziato? Anche ai dipendenti delle Ferrovie sono accaduti terribili episodi, ma nessuno ci ha rimesso il posto».