PIERANGELA RAVIZZA
Cronaca

Ragazzine all’assalto Coppia di innamorati disabili tra risate e un calcio mancato

I due giovani passeggiavano per mano nel centro di Stradella, affollato per la movida. Battute pesanti, violenza scampata e la reazione collettiva con una cena benefica.

di Pierangela Ravizza

Prima scherniti, pedinati e poi quasi aggrediti: un calcio non è andato a segno per pochi centimetri. L’episodio è avvenuto a Stradella sabato sera ma è stato divulgato solo ieri. Le vittime sono due giovani diversamente abili che stavano passeggiando lungo l’Allea Dallapè, area giardini pubblici. Il branco che li ha presi di mira, un gruppetto di ragazzine fra i 13 e i 14 anni. Non c’è nessuna denuncia penale ma lo sdegno, in città e non solo, è enorme.

Lo testimoniano un migliaio di interventi pubblicati sulla pagina Facebook dell’Anfass, l’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva eo relazionale). "Abbiamo deciso di pubblicare per far riflettere su situazioni del genere – afferma Paolo Pietra, presidente dell’Anffas di Stradella, una delle prime sedi operative nate in Lombardia – Diamo un calcio alla stupidità".

Miriam Maggi, responsabile del Centro Servizio formazione all’autonomia (Sfa) di Stradella, frequentato anche dai due giovani disabili presi di mira, ricostruisce l’accaduto. Stefano e Marina (nomi di fantasia), lei poco più che ventenne, lui di qualche anno in più, sabato sera erano stati in pizzeria. Con loro anche i genitori di lei e una parente di lui. Poi una passeggiata in centro, affollato come sempre per la movida del sabato sera.

Dietro di loro, un gruppo di ragazzine cominciano a dare fastidio: ridevano alla vista dei due giovani che si tenevano per mano. Una volta arrivati nella zona dei giardini, una ragazzina del branco ha fatto una battuta ancora più pesante. Poi una si è staccata dal gruppetto e ha cercato di colpire la ragazza disabile con un calcio.

Non c’è riuscita e a quel punto è intervenuto il papà della ragazza, che li seguiva assieme alla mamma e alla parente del ragazzo disabile, a circa 7-8 metri di distanza. "Si fa per lasciarli liberi di sentirsi una normale coppia di giovani innamorati, seppure tenendoli d’occhio", sottolinea Miriam Maggi. L’intervento del genitore provoca il fuggi-fuggi del branco, tranne che per la ragazzina che aveva cercato di sferrare il calcio. Lei resta pietrificata: il papà della giovane disabile si limita a chiederle: "Perché? Cosa vi hanno fatto di male?". Una reazione di grande equilibrio e calma anche se all’indomani viene avvertita la responsabile dello Sfa.

"Erano devastati psicologicamente. Mi hanno raccontato l’episodio con il nodo alla gola. Ma la cosa più commuovente – aggiunge Maggi – è stato il commento della ragazza presa di mira. Dov’è il problema se noi ci vogliamo bene, ha detto, io e lui siamo luminosi e continueremo ad esserlo." Dall’Anffas fanno sapere che – meno gravi per fortuna – episodi analoghi si stanno sempre più ripetendo, soprattutto da parte di giovani e giovanissimi.

La reazione collettiva, però, è stata forte. E giovedi la dimostrazione che si può essere normali anche se “diversi“ i giovani dello Sfa di Stradella la daranno come aiuto cuochi e camerieri in una cena a Golferenzo, organizzata dai ristoranti Olmo Napoleonico e Corte del Lupo. Parte del ricavato servirà a finanziare il progetto Vita indipendente dell’Anffas Stradella, con il completamento di una nuova casa famiglia.