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Tre poltrone per quattro: alle poste di Bressana arrivano rinforzi ma non c'è posto

Un dipendente ha ottenuto il contratto a tempo pieno ed è stato trasferito: ma in ufficio ci sono solo tre postazioni e lui per lavorare deve aspettare che un collega si assenti

L’ufficio postale di Bressana Bottarone

Bressana Bottarone (Pavia), 16 febbraio 2016 - Un impiegato per ogni sportello? Sembra un’ovvietà, ma forse è una richiesta assurda se all’ufficio postale di Bressana Bottarone, dove si trovano tre sportelli e altrettante postazioni di lavoro, è stato mandato un quarto impiegato costretto ad aspettare che qualche collega si alzi o non si presenti per ‘scendere in campo’. E dire che in provincia non esiste un’eccedenza di personale. "Ci sono 14 uffici senza un direttore da Borgoratto Mormorolo a Torrevecchia Pia – dice Maurizio Dassù della Slp Cisl – significa che ogni giorno qualche lavoratore si sposta per riuscire ad aprire la filiale. Non solo, perché sono 120 in provincia gli uffici con un solo impiegato. Per questo al tavolo regionale abbiamo chiesto più personale". Che è arrivato, ma nel posto sbagliato." "L’azienda – insiste Dassù – ci aveva spiegato che al massimo avremmo potuto ottenere 8 trasformazioni dei contratti da part time a full time e che queste sarebbero state assegnate ai posti strategic"». La conseguenza doveva essere un potenziamento di Stradella dove l’utenza spesso vede code interminabili davanti agli unici sportelli aperti e non capisce perché altri debbano restare chiusi. Oppure a Vigevano dove si registrano più o meno gli stessi problemi o in uno degli uffici più piccoli dove opera un solo impiegato. "Invece no – fa notare ancora il sindacalista –. Un lavoratore che era impegnato part time a Voghera ha visto il suo contratto diventare a tempo pieno, ma anziché lasciarlo al suo posto oppure metterlo su un ufficio di livello B come Casatisma o a Stradella, è stato mandato a Bressana Bottarone".

E ora oltre a non avere una postazione di lavoro, viene anche guardato con sospetto dai colleghi che si aspettano da un momento all’altro un trasferimento. "Dovrà avvenire obbligatoriamente – dice ancora Maurizio Dassù – o lui o un altro impiegato dovrà essere spostato, magari anche sostenendo una spesa supplementare per il distacco". Secondo i sindacati quindi sarebbe stato molto più semplice distribuire il personale dove serviva. "Questo purtroppo è solo un esempio, l’ultimo in ordine cronologico – ricorda il segretario generale della Slp Cisl –, potremmo parlare della gestione dei distacchi, dove la provincia di Pavia è diventata praticamente una scacchiera impazzita con i lavoratori trasformati in pedine che si muovono spesso senza regole e senza una logica organizzativa. E dire che quando ai tavoli sindacali avevo chiesto uno sportellista per ogni sportello, il responsabili mi ha risposto con un sorrisetto ironico".