
Antonio Astorino, Diana Maria Alexandru e il piccolo Christian
Nella sua carriera di carabiniere mai avrebbe immaginato di doversi improvvisare ostetrico per far nascere suo figlio. Invece è successo l’altra notte ad un brigadiere dell’Arma, Antonio Astorino, 49 anni, in forza al nucleo radiomobile della Compagnia di Stradella. Una storia a lieto fine, ma dopo interminabili, seppur pochi, minuti di concitazione. E’ lui stesso a raccontarlo, non senza tradire ancora, a distanza di ore, una certa emozione.
«E’ stato tutto improvviso – spiega –, in piena notte. Mia moglie Diana Maria Alexandru era in attesa di un bimbo e tutto pareva procedere secondo calendario. Invece verso le due di notte ha cominciato ad avere le doglie». A quel punto Antonio Astorino affida l’altro figlio, Matteo di 6 anni, ai vicini di casa e si precipita ad assistere la moglie che, nel frattempo, aveva già perso le acque. Il parto sembrava imminente. Una questione di minuti, se non di secondi. Il brigadiere carica la moglie in auto e parte, a tutta velocità, per raggiungere l’ospedale di Stradella. Un tragitto di pochi chilometri dalla loro abitazione in quartiere San Zeno al Pronto soccorso dell’ospedale. «Strada facendo mi urla che sta nascendo – racconta Antonio Astorino – e in effetti appena arrivo sul piazzale del Pronto soccorso dell’ospedale mi accorgo che il bimbo è praticamente già nato».
Agendo con perizia, il neo papà lo prende delicatamente in braccio e poi allerta il personale del Pronto soccorso. «Confesso che è stato molto scioccante, ma ho agito d’istinto e mi sono messo ad urlare perché non potevo abbandonare il piccolo ancora attaccato alla mamma in auto e dovevo richiamare l’attenzione dei soccorsi» aggiunge il brigadiere. Immediatamente intervengono infermiere e medici in servizio: «Una infermiera, addirittura, è uscita di corsa senza scarpe, per far prima. Sono stati efficientissimi - sottolinea -. li hanno subito coperti e adagiati su una barella e trasferito mamma e bimbo in sala parto per tagliare il cordone ombelicale e completare le cure del caso».
Ora sono ricoverati per alcuni giorni, come da prassi, ma stanno entrambi bene. Il bambino (di circa tre chili e mezzo di peso) a cui è stato dato il nome Christian risulta, da referto, "nato in casa" perché quando è arrivato in ospedale era già venuto al mondo.