Stefano Zanette
Cronaca

Accusato di triplice omicidio in Pakistan, scarcerato in attesa dell’udienza estradizione: “Sono innocente e perseguitato”

Esce di cella perché nei 40 giorni di tempo l'autorità pakistana non ha fatto pervenire all'Italia la documentazione richiesta a supportare le accuse. Nel suo Paese rischia la pena di morte

Tribunale

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Pavia, 27 luglio 2023 - Dopo 44 giorni passati a Torre del Gallo è stato scarcerato, ora attende a piede libero l'udienza per l'estradizione richiesta dal Pakistan, ma si dichiara innocente e anzi perseguitato.

Kashif Gulzar, pakistano 31enne, era stato arrestato lo scorso 10 giugno dai carabinieri di Santa Maria della Versa, a seguito di un normale controllo, in esecuzione di un mandato di arresto internazionale emesso il 28 gennaio 2021 dall'autorità pakistana per il reato di omicidio plurimo in concorso. Accuse pesantissime, per la morte di tre fratelli, uccisi in Pakistan mentre lavoravano nei campi.

"Si è sempre dichiarato innocente - spiega l'avvocato Federica Liparoti, difensore di fiducia e procuratore speciale di Kashif Gulzar - e quando era stato commesso il delitto lui era in un altro Stato, lo può dimostrare con i timbri sul suo passaporto".

L'autorità pakistana però lo ritiene colpevole e aveva emesso il mandato d'arresto internazionale che ha portato il 31enne in carcere a Pavia, con misura cautelare applicata dopo la convalida dell'arresto, lo scorso 12 giugno, fino alla revoca disposta martedì, 25 luglio, dalla Sezione quinta penale della Corte d'appello di Milano, che ha accolto l'istanza presentata dall'avvocato difensore.

"Entro i 40 giorni previsti dalla legge - spiega ancora la legale - lo Stato estero non ha fatto pervenire la documentazione richiesta a supportare le accuse, non è stato portato alcun elemento di prova contro di lui. Il mio assistito era venuto in Italia per chiedere asilo perché sapeva di essere ricercato per triplice omicidio, non ne ha mai fatto mistero e non si stava nascondendo, ma ritiene che le accuse mosse dal Pakistan siano infondate, si sente perseguitato e in Italia spera di essere tutelato".

La scarcerazione non ha infatti cancellato le accuse e si dovrà tenere l'udienza per l'estradizione, con Kashif Gulzar nel frattempo però tornato in stato di libertà. Nel mandato d'arresto internazionale l'autorità giudiziaria pakistana precisa che per il reato di omicidio plurimo in concorso è prevista la pena dell'ergastolo, anche se in Pakistan esiste ancora anche la pena di morte. "Rischia la pena di morte - conferma l'avvocato - e lo dimostreremo in udienza. Era venuto apposta in Italia, chiedendo asilo, ritiene di essere perseguitato e chiede di essere tutelato dal nostro Paese".