STEFANO ZANETTE
Cronaca

Notte di fiamme a Villanova. Capannone finisce in cenere

Un esercito di pompieri al lavoro nel polo industriale del Gruppo Mercantile Servizi

Notte di fiamme a Villanova. Capannone finisce in cenere

Notte di fiamme a Villanova. Capannone finisce in cenere

VILLANOVA D’ARDENGHI (Pavia)

Dopo l’intervento nella notte per spegnere l’incendio, sono proseguite anche ieri le operazioni di bonifica e messa in sicurezza dei vigili del fuoco. Completamente distrutto dalle fiamme un capannone del polo industriale di trattamento Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) del Gruppo Mercantile Servizi, che ha sede operativa in via Enrico Mattei a Villanova d’Ardenghi anche se la sede legale è a Trezzano sul Naviglio e la Direzione generale a Milano. L’allarme è scattato verso le 22 di domenica, sul posto 8 squadre con 25 vigili del fuoco, ai quali nelle ore successive si sono aggiunti altri mezzi e uomini in supporto anche da Milano e Lodi. Non si sono registrati né feriti dalle fiamme né intossicati dal fumo sprigionato dal furioso incendio.

Con il rogo contenuto dai vigili del fuoco all’unico capannone dove si era sprigionato, senza che si propagasse agli altri immobili. I danni devono ancora essere quantificati, ma sono ingenti. Le cause restano al momento sconosciute, con gli accertamenti ancora in corso, senza per il momento escludere alcuna ipotesi, né accidentale né dolosa. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Gropello Cairoli, della Compagnia di Vigevano, che stanno procedendo con le indagini. Nel capannone distrutto dal fuoco era stipata una gran quantità di vecchio materiale informatico, componenti di apparecchi elettronici in disuso diventati rifiuti che vengono trattati separando i diversi materiali da avviare al riciclo.

Lo stesso stabilimento di Villanova d’Ardenghi, all’inizio di giugno, era stato derubato dai predoni di oro rosso che avevano portato via una gran quantità di rame granulato, oltre 21mila chili in 15 contenitori per un valore stimato in 170mila euro. Un colpo da professionisti, che avevano anche manomesso l’impianto di videosorveglianza.