Guida quasi in coma etilico e uccide un runner: ai domiciliari l’imprenditore di Miradolo

L’investitore di Paolo Guidetti è titolare, con la moglie, di diverse aziende. "Sono ancora molto confuso, chiedo scusa alla famiglia della vittima" ha detto in Aula

Il rilievi sul luogo dell’investimento

Il rilievi sul luogo dell’investimento

Miradolo Terme – Un tasso alcolemico quasi cinque volte superiore il limite consentito, tracce di cocaina. Era ubriaco e sotto effetto di droga il 45enne pavese che sabato mattina, con la sua Mercedes Clk, ha investito e ucciso il 56enne runner Paolo Guidetti a Zurco di Cadelbosco Sopra, in provincia di Reggio Emilia. L’uomo al volante, subito dopo l’incidente, si era rifiutato di sottoporsi all’alcoltest davanti ai carabinieri. Lievemente ferito nello schianto, era stato portato all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Qui, dopo gli accertamenti per il trauma, sono stati eseguiti gli esami tossicologici. Ed è arrivato il grave responso: 2,48 g/l (grammi di alcol per litri di sangue). Una soglia elevatissima. Il referto è stato stilato intorno alle 12,30, ben cinque ore dopo l’incidente quando la curva dell’alcol presente nel sangue è in naturale discesa; si ipotizza che al momento dell’impatto, potesse essere quasi vicino al cosiddetto coma etilico (che si stima sui 3,5-4 g/l). Confermando, tra l’altro, la testimonianza di un automobilista: "Ho notato una Mercedes (quella guidata dal 45enne, ndr ) dietro di me, che per un lungo tratto tendeva a sbandare. Il conducente è uscito da solo dall’auto, ma barcollava, era in stato di choc. Non si rendeva nemmeno conto di quanto era accaduto…".

Nel pomeriggio di sabato erano scattate così le manette per il conducente, originario e residente a Miradolo Terme, in provincia di Pavia. L’uomo lavora nell’ambito del settore agricolo; è un imprenditore con diverse aziende – che gestisce con la moglie – tra il pavese e l’Appennino reggiano (in particolare a Carpineti). Ieri mattina è comparso in tribunale a Reggio davanti al gip Dario De Luca che ha convalidato l’arresto, disponendo però i domiciliari come misura cautelare in attesa del processo (mentre il sostituto procuratore Maria Rita Pantani, titolare del fascicolo, aveva chiesto il carcere). Deve rispondere dell’accusa di omicidio stradale colposo. Assistito dall’avvocato Amerigo Ghirardi del foro di Parma, si è avvalso della facoltà di non rispondere e si è limitato a rendere alcune dichiarazioni spontanee in Aula: "Sono ancora molto confuso, ma mi dispiace per la famiglia della vittima, alla quale chiedo scusa", ha detto.

L’incidente è avvenuto alle 7,30 di sabato scorso. Guidetti stava correndo, come spesso faceva allenandosi per passione, lungo l’ex Statale 63, tra Zurco e Cadelbosco Sopra, all’incrocio tra via Colombo e via Viazza. All’improvviso l’auto impazzita lo ha centrato, travolgendolo. Paolo è morto praticamente sul colpo. Il suo corpo è stato ritrovato in un cortile privato dov’è letteralmente volato per diversi metri in aria dopo essere stato sbalzato dal terribile impatto. A nulla sono valsi i soccorsi del 118, dei vigili del fuoco e dei carabinieri del radiomobile di Guastalla. La vittima, a lungo artigiano nel settore della litografia e ora senza occupazione fissa, lascia la moglie Cinzia Di Cocco, 50 anni oltre a due figli avuti da una precedente relazione.