Pavia, 31 luglio 2024 – I figli dentro, a giocarsi la carta del loro futuro, e i genitori fuori con bottigliette d’acqua per rifocillare i pargoli all’uscita. La seconda tranche del test di Medicina ieri è stata vissuta un po’ come una festa, organizzata nei minimi dettagli tanto che qualcuno per ingannare l’attesa si era portato un telo e libri da leggere sul prato.
Erano 780 i candidati e 390 i posti disponibili per frequentare i corsi a Pavia. Uno su due rimarrà escluso ma il prestigio di frequentare quella che è una delle migliori facoltà ha convinto molti a correre il rischio e anche a sobbarcarsi un viaggio. Come ha fatto Noemi Rossini di Spino D’Adda: “Sarebbe più facile raggiungere Milano da casa mia – ammette all’uscita dalla prova – Ma Pavia è Pavia”.
Gli aspiranti camici bianchi che si aggiungono ai mille della precedente tornata coltivano il sogno di mettersi al collo lo stetoscopio e curare i malati. “Vorrei fare l’oncologo – aggiunge Noemi – Ma ho davanti sei anni di corso prima di arrivare alla specializzazione. Le domande erano piuttosto difficili, però grazie alla banca dati le avevo già viste ed ero agevolata”. Anche Alessandro Moreschi, che arrivava da Mantova, sogna di indossare il camice bianco.
«Dopo una grave perdita che ho avuto tra la prima e la seconda media – racconta – ho deciso che avrei fatto il medico. Allora era solo un’idea, oggi è un obiettivo. Ho già tentato il test a maggio e l’ho superato, ma sono tornato per migliorare il punteggio. Due mesi fa infatti, quando ero a un passo dall’esame di maturità, non avevo avuto il tempo per prepararmi. Adesso invece sono riuscito a prepararmi meglio e ho potuto rifare il test, che non era più difficile del precedente. L’ho trovato molto equo”.
Nessun medico in famiglia, i genitori entrambi avvocati, Alessandro vuole curare i malati: “Adesso non penso ad altro. O meglio, fino a oggi non ho pensato ad altro e mi sono concentrato sul test per entrare a Medicina. Da domani penserò alle mie vacanze in Sardegna. Me le merito dopo tanto studio”.
Fresca di diploma al Classico era combattuta tra Giurisprudenza e Medicina Benedetta Momoli, pure lei di Mantova, uscita presto dal test. “Alcune situazioni familiari mi hanno fatto scegliere Medicina – confessa – Ho capito improvvisamente quello che avrei voluto fare. Così ho tentato il test l’anno scorso e poi l’ho rifatto quest’anno, trovandolo nettamente più facile. Mi sono preparata in modo particolare su biologia e chimica e tutto quello che avevo studiato c’era. Se una persona si prepara è fattibile, non è così ostico come me l’aspettavo. Ora spero di entrare e diventare un medico estetico”.
Dopo la decisione del Tar, è stata abolita la prova telematica e i candidati sono tornati alle vecchie carta e penna. Sessanta le domande cui dovevano rispondere in 100 minuti per sperare di entrare in quella che secondo la classifica Censis è la migliore facoltà d’Italia per la qualità della didattica.