Mede zona rossa: tamponi a tappeto e bar aperti fino alle 18

Ultime ore di quasi-normalità nel comune pavese dove alle 18 scatteranno le nuove misure per arginare i contagi

Tamponi studenti a Mede

Tamponi studenti a Mede

Mede, 17 febbraio 2021 – Qualche sospetto c’era anche prima del provvedimento regionale di martedì sera, che ha fatto diventare Mede una delle quattro zone rosse della Lombardia. A sciogliere ogni dubbio ha pensato invece il presidente Attilio Fontana chiamando il sindaco del Comune di poco più di 6mila abitanti, Giorgio Guardamagna. “Martedì sera – dice il primo cittadino – il presidente mi ha chiamato per informarmi che forse avrebbe fatto diventare Mede zona rossa. Sono rimasto stupito, ma dopo mezz’ora mi è arrivata l’ordinanza”.

Tamponi ai ragazzi

Da qualche giorno in città era stato registrato un aumento di contagi, ma non era tanto il numero (40 in 4 giorni) a preoccupare quanto la presenza della variante inglese. Di conseguenza l’Ats aveva consigliato la didattica a distanza per gli alunni dell’istituto comprensivo e ai genitori era stato consigliato di non portare a scuola i piccoli allievi delle scuole paritarie. Nel frattempo, per accertare la presenza del virus, è stato disposto uno screening sui ragazzi. Oggi, infatti, non sono riprese le lezioni e al palazzetto dello sport i medici di famiglia hanno effettuato circa 500 tamponi ai più giovani cittadini di Mede.

Lockdown

Dalle 18 di oggi non è possibile entrare e uscire da Mede e molti studenti delle scuole superiori frequentano istituti che si trovano anche a Pavia o fuori dalla Regione, ad Alessandria. “Il prefetto Rosalba Scialla – aggiunge il sindaco – invierà una circolare con la quale suggerirà a tutti i dirigenti di consentire a questi nostri ragazzi di seguire le lezioni a distanza, senza dover uscire dal Comune e prendere mezzi pubblici correndo il rischio di infettare altre persone”.

Bar e ristoranti aperti stamani

In attesa che scatti la zona rossa, per i bar e i ristoranti della città queste sono le ultime ore di lavoro. “Stavano riprendendo a lavorare – dice quasi rassegnata Franca Ramponi, titolare della pizzeria La rosa dei venti” -, domenica che era San Valentino eravamo riusciti ad avere diversi clienti, oggi abbiamo aperto ma chissà se verrà qualcuno. La gente ha paura, se può evitare di uscire, lo fa. Proprio quando stavamo ingranando di nuovo, è arrivata l’informazione puntuale del nostro sindaco che ci ha avvisati del provvedimento regionale in vigore per una settimana. Speriamo che basti, è un anno che noi apriamo e chiudiamo. Il lavoro che facciamo per vivere non ci permette più di tirare avanti. E questo vale per i titolari delle attività come per il personale che non sa se deve venire a lavorare o se deve aspettare la cassa integrazione che arriva dopo tre mesi. Ora sperimentiamo anche questo lockdown ristretto a pochi comuni, che forse da un punto di vista economico è meglio di quello generale e speriamo risolva il problema”.

Assembramenti di giovani

Complice il Carnevale e la chiusura delle scuole, nei giorni scorsi in un paese quasi deserto, si sono visti molti ragazzi intenti a praticare attività sportive e a giocare per le strade. “Le famiglie devono stare attente e controllare dove vanno i loro figli – raccomanda Guardamagna –. Se non si può uscire, non si può, invece si volto molti ragazzi che giocano a pallone. Da parte nostra intensificheremo i controlli perché vorremmo uscire al più presto dalla zona rossa e, per farlo, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti”