I sogni degli adolescenti che si affacciano all’età adulta. L’uomo ragno che gli 883 cantavano negli anni ‘90 raccontando che era stato ucciso, rappresenta proprio questo. Oggi Mauro Repetto che insieme a Max Pezzali ha fondato la band, sta portando in giro uno spettacolo intitolato “Alla ricerca dell’uomo ragno” perché continua a inseguire i suoi sogni. Tra questi forse non rientra la benemerenza di San Siro che il Comune di Pavia vuole consegnargli, ma proprio su quel riconoscimento è esploso un caso. Prima ancora che la candidatura dell’attore e cantante venisse depositata, i legali di Pezzali tramite una lettera avevano “caldamente consigliato” al sindaco Michele Lissia di non premiarlo perché “dopo un brevissimo periodo Mauro Repetto ha preso una strada diversa e gli 883 altro non erano che il solo Max Pezzali”.
“Hanno ucciso l’uomo ragno un’altra volta!” sono insorti i fan, che hanno persino tirato fuori dagli scaffali il regolamento comunale per verificare, se in punta di norma non si potessero premiare gli 883 e quindi entrambi i fondatori nonostante Pezzali 29 anni fa avesse già ricevuto il riconoscimento. Le motivazioni ci sarebbero tutte, la mini serie tv trasmessa da Sky è stata un successo - ci sarà una seconda stagione - le canzoni del gruppo su Spotify sono in testa alle classifiche, Pezzali riempie gli stadi e Repetto i teatri.
“Il Consiglio comunale trovi un accordo”, il coro. Spetterà all’assemblea cittadina, infatti, decidere domani, nell’ambito della rosa indicata dalla conferenza dei capigruppo, chi dovrà essere premiato il 9 dicembre, giorno dedicato al patrono. Ma Repetto sarebbe anche stato disposto a fare un passo indietro e a rinunciare alla benemerenza per salvare l’amicizia con Max e spegnere i fuochi. Non sarà necessario. A riportare la pace è intervenuto un post di Pezzali su Instagram con una foto nella quale si vedono i due amici ridere felici davanti a quella birra scura che amano quasi quanto le moto alla James Dean. “Fosse per me, oltre al premio di San Siro, a Mauro darei anche un Grammy per l’importanza che ha avuto nella mia vita - ha scritto Pezzali -. Le questioni legali non coinvolgono Mauro, ma sono legate all’utilizzo del nome degli 883, una storia che appartiene a Mauro quanto a me”.
Il nome della band, registrata come marchio da una società di Claudio Cecchetto ora è al centro di una causa in tribunale a Milano. Ma Cecchetto preferisce non entrare nel merito e riportare l’attenzione sulla benemerenza sostenendo che “sarebbe corretto consegnarla a Repetto”. Stessa storia, stesso posto stesso bar, anche Mauro poco dopo il post dell’amico ha pubblicato la stessa foto con scritto: “Le strade possono anche dividersi, ma le canzoni e i ricordi che abbiamo costruito insieme resteranno per sempre. Solo buona musica e suoni condivisi”. E Max fa notare come “il legame tra me e Mauro è indistruttibile, sancito da quelle canzoni che ormai sono più vostre che nostre”.
Il sindaco Lissia tira un sospiro di sollievo, nessuno gli rovinerà la festa per il primo San Siro della sua amministrazione. “Ho sentito il manager di Repetto e mi ha detto che non ci sono problemi. Tra Repetto e Pezzali c’è stata una distensione degli animi resa pubblica sui social. Forse gli avvocati non volevano che la benemerenza fosse legata al nome degli 883 che è oggetto di una causa, ma non era acredine nei confronti di Mauro Repetto”. Eppure, nella città delle due discoteche e 106 farmacie (e migliaia di pagine social) c’è ancora chi entra nella disputa e si schiera, non manca chi accusa Repetto di “ingratitudine” per aver abbandonato Pavia cercando la propria strada altrove. I due cantanti leggono, commentano e come hanno fatto più di 30 anni fa con la canzone che li ha uniti in sodalizio commentano: “Non me la menare”.