Corteo degli universitari in centro: “Più risorse per le borse di studio”

Settecento ragazzi e ragazze sono scesi in piazza, sfilando da piazza della Vittoria a viale Matteotti. Tappa davanti alla sede dell’ateneo

Pavia, 22 maggio 2023 – “Studiare è un diritto, più risorse alle borse”: hanno scritto questo su uno striscione oltre 700 studenti che oggi, lunedì 22 maggio, sono scesi in piazza per chiedere giustizia nel sistema universitario sostenuti dal Coordinamento per il diritto allo studio-Udu insieme a professori e associazioni. Partito da piazza della Vittoria, il corteo ha raggiunto viale Matteotti attraversando tutto il centro e passando davanti alla sede dell'Ateneo.

La piattaforma della protesta

"Ma le dobbiamo scippare le borse?" mostrava su un cartellone uno studente. “Tutte le assemblee che si sono svolte nei collegi sono state molto partecipate. – racconta Giorgia Cervio, consigliera di amministrazione Edisu – Lo Stato e la Regione non finanziano adeguatamente le borse di studio. Quest’anno è stato coperto solo circa il 75%, la parte mancante è stata erogata dall’Università. Il prossimo anno, se non verranno aumentati i finanziamenti verso il diritto allo studio, saranno tantissimi gli studenti che saranno idonei alla borsa, ma che non ne potranno beneficiare. L’università non sopperirà ancora alle mancanze della regione finanziando la parte restante delle borse di studio il prossimo anno”. 

Il richiamo allo Stato

A rimetterci potrebbero essere soprattutto gli studenti con ridotte capacità economiche. “Il prossimo anno – sottolinea Alessandro Miceli segretario del Coordinamento per il Diritto allo Studio Udu Pavia –, se non verranno coperte interamente le borse avremo studenti costretti a lavorare per potersi mantenere gli studi oppure ad abbandonare l’università non disponendo di abbastanza risorse economiche. Lo Stato dovrebbe dedicare al diritto allo studio più finanziamenti, questo perché siamo noi la generazione del domani, il futuro. Come Udu continueremo a batterci al fine di rendere l’università accessibile a tutte e tutti, perché è un nostro diritto”.