
Il provveditore agli studi Letizia Affatato
Pavia, 30 ottobre 2019 - Se non c’è stata omissione, potrebbe invece esserci stata calunnia. Cambia ancora lo scenario relativo alla vicenda della maestra di una scuola elementare del Pavese, a suo tempo sospesa con le accuse di aver violato il segreto d’ufficio e di aver provocato un danno d’immagine alla scuola. La maestra infatti, oltre ad aver denunciato alle forze dell’ordine presunte violenze ai danni di una sua scolara, aveva anche riferito che le sue precedenti segnalazioni, fatte già nei mesi precedenti alla dirigente scolastica dell’istituto, sarebbero state ignorate. I fatti sono arrivati alla ribalta delle cronache per la recente decisione del giudice del Tribunale di Pavia, Donatella Oneto, che aggiornando l’udienza al prossimo 15 dicembre ha anche invitato la nuova dirigente scolastica, che ha preso il posto di quella che aveva adottato il provvedimento, a revocare la sospensione, restituendo anche i 75 euro di mancata retribuzione.
Dalla vicenda prettamente disciplinare, che di per sé non avrebbe avuto una grande rilevanza mediatica, l’attenzione si è spostata alla presunta omissione da parte della dirigente scolastica, con la Procura che, seppur ancora in fase embrionale e prima di valutare se procedere formalmente con l’apertura di un fascicolo (quindi senza aver indagato nessuno), s’è mossa per verificare con le forze dell’ordine la veridicità dei fatti riferiti dalla stampa. E starebbe emergendo una realtà invece diversa da quella che appare dunque una ricostruzione solo parziale, come purtroppo accade quando a rendere noti i fatti è solo una delle parti coinvolte in una disputa (in questo caso la richiesta di revoca del provvedimento di sospensione), anche perché dall’Ufficio scolastico territoriale di Pavia, la dirigente Letizia Affatato ha risposto ai cronisti con un irremovibile «no comment».
Dagli accertamenti delle forze dell’ordine, ancora in corso, starebbe invece emergendo che la dirigente scolastica dell’istituto avrebbe a suo tempo fatto le debite segnalazioni alle autorità competenti. Se così dovesse essere confermato dal definitivo esito degli accertamenti, non solo la dirigente scolastica non sarebbe in nessun modo accusabile di omissione, ma anzi chi le ha rivolto precise accuse, che l’hanno messa a rischio di un’incriminazione, sarebbe perseguibile per calunnia. Una vicenda che ovviamente deve ancora essere chiarita, ma per la quale non si deve neppure perdere di vista il nodo focale, che ne ha peraltro aumentato la visibilità mediatica, ovvero le presunte violenze subite dalla bambina.
E anche per questo aspetto, pur senza poter entrare in dettagli che comprometterebbero la necessaria tutela della minore, le cose non starebbero come emerso nei giorni scorsi. Non corrisponde infatti a realtà il fatto che la bambina sarebbe stata affidata alla nonna a seguito delle presunte violenze subite. Pur trattandosi di una situazione famigliare a dir poco problematica, non a caso già seguita dai Servizi sociali, già prima delle segnalazioni la piccola viveva insieme alla nonna, con il padre che comunque la frequenta regolarmente e la madre invece che s’è trasferita all’estero da anni. Gli accertamenti svolti a suo tempo sulle presunte violenze segnalate, non avevano portato all’apertura di nessun procedimento nei confronti del padre e neppure a nessun provvedimento da parte del Tribunale dei minori, con la situazione che è comunque rimasta monitorata dai Servizi sociali. Forse il fatto stesso che non venissero adottati provvedimenti può aver portato all’equivoco sulle omissioni da parte della dirigente scolastica.