
Danila Castelli
Bereguardo, 10 ottobre 2016 - Protagonista di un miracolo. Quello avvenuto nel 1989, quando un bagno nell’acqua prodigiosa della grotta di Lourdes, nonostante fosse malata terminale e combattesse ormai da 8 anni contro una malatia incurabile, le diede una nuova vita. Ventidue anni dopo quel giorno, la Commissione medica internazionale di Lourdes certificò la sua come la 69esima guarigione miracolosa («il modo della sua guarigione resta inspiegato allo stato attuale delle conoscenze scientifiche«), riconosciuta come «prodigiosa» nel giugno del 2013 dalla Chiesa, attraverso il decreto dell’allora vescovo di Pavia, Giovanni Giudici. Ieri, a 70 anni, è morta Danila Castelli, di Bereguardo, ricoverata nella clinica di via Boezio a Pavia della Fondazione Maugeri.
Una nuova malattia ha avuto la meglio sulla donna, strappandola al marito e ai quattro figli. Ma dopo aver vissuto per 27 anni testimoniando con la stessa vita la sua guarigione miracolosa. I funerali si terranno domani mattina, a Bereguardo. «Raccontava sempre quella sua esperienza – ricorda don Siro Cobianchi, parroco di S.Gervasio e Protasio a Pavia e per anni assistente regionale dell’Unitalsi, l’associazione che organizza i pellegrinaggi dei malati a Lourdes – l’aveva vissuta da vera entusiasta. Colpiva tutti la gioia e la serenità che trasmetteva. Diceva che era quel suo cambiamento interiore il vero ‘miracolo’, che la guarigione fisica ne era stata poi una conseguenza». Danila Castelli aveva solo 35 anni, nel 1981, quando le venne diagnosticata una rara e complessa patologia, che le provocava la continua e ripetuta insorgenza di cellule tumorali, che le hanno colpito diversi organi. Affrontò otto interventi chirurgici e terapie farmacologiche molto forti. Nel 1989, per i medici che l’avevano in cura, non c’era più nulla da fare se non alleviarle il dolore.
Nel maggio di quell’anno lei fece il viaggio a Lourdes, non il primo, pensando che fosse l’ultimo. Invece le cambiò la vita, che proseguì inaspettatamente. Ora però, una nuova malattia l’ha sconfitta. «Non sono certo io a poter dire ufficialmente le cause della malattia e della morte – dice don Siro Cobianchi – ma riferisco che mi hanno detto che si è trattato di una malattia completamente diversa e non legata a quella dalla quale era guarita. Era stata ricoverata qui alla Maugeri (nella clinica che si trova proprio di fronte alla chiesa parrocchiale di don Cobianchi, ndr) mercoledì scorso. Sono andato a trovarla giovedì e l’ho trovata molto sofferente, ma entusiasta come sempre. Sarebbe voluta venire ancora a Lourdes con noi, partiamo giovedì, ma si rendeva conto che questa volta non poteva proprio. Eravamo d’accordo di vederci sabato per il rosario – conclude il sacerdote – , ma quando sono andato da lei era già entrata in coma. Questo viaggio lo ha fatto in un altro modo».