
Un brindisi a un tavolo di commensali al rione Scala Almeno duemila pavesi hanno contribuito alla buona riuscita
Tovaglie rosse, centrotavola e segnaposti: come in tutte le case anche i pranzi di Natale della Comunità di Sant’Egidio hanno avuto attenzione ai particolari. Tre le location individuate per accogliere oltre 500 persone, gli oratori del Carmine, della Scala e del Don Orione. A preparare i piatti e servirli sono state 150 persone arrivate un po’ da tutta la Lombardia con l’intenzione di vivere un’esperienza diversa, magari in famiglia oppure di tornare a sentire lo spirito natalizio come avevano fatto fino a prima della pandemia. Le varie portate sono state preparate dai detenuti del carcere di Torre del Gallo che, in sei casi hanno potuto uscire in permesso. "Non si sono fermati un attimo - ha detto Giorgio Musso della Comunità di Sant’ Egidio - ed erano grati per l’esperienza vissuta. Sono rientrati col cuore gonfio di gioia". I pasti serviti al quartiere Scala sono stati tutti offerti da PlanEat, mentre il vino è stato donato dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio. "Avevamo già ordinato il vino - ha aggiunto Musso - quando ci è stato comunicato che era arrivata una misteriosa donazione. Poi abbiamo saputo da chi proveniva".
Anche il caseificio Leone di Carbonara ha effettuato una donazione, ma almeno duemila pavesi hanno contribuito alla buona riuscita di quella che è ormai una tradizione per Pavia, chi effettuando una donazione, chi servendo a tavola, chi portando un regalo per gli ospiti. Ogni commensale, infatti, quando arriva Babbo Natale riceve un regalo che si adatta alla persona. "Chiunque seguiamo viene chiamato per nome - ha proseguito Musso -, non sono utenti o assistiti. E così anche Babbo Natale legge il nome sul pacchetto e chiama chi lo deve ricevere. Per questo chiediamo di non incartare i regali che ci vengono portati: dobbiamo capire per chi potrebbe essere adatto". Il vescovo Corrado Sanguineti ha portato il proprio saluto agli ospiti radunati al quartiere Scala, mentre il sindaco Michele Lissia ha fatto il giro dei tre pranzi salutando gran parte degli ospiti, facendosi un selfie con chi voleva e fermandosi ad ascoltare le loro esigenze. "Il sindaco non ci conosceva - ha detto ancora Musso -, è rimasto molto colpito e sorpreso dalla realtà che ha visto". Una realtà che l’assessore alle Politiche sociali Francesco Brondolise, invece, conosceva già perché ai primi pranzi ha fatto il cameriere e spesso ha sostenuto personalmente l’iniziativa. Il prossimo appuntamento ora è per Capodanno: la Comunità organizzerà una marcia per la pace con partenza alle 15,15 dalla chiesa del Carmine per arrivare in Duomo.