
di Manuela Marziani
Prima era arrivata una bocciatura poi il Covid: Andrea credeva d’aver chiuso per sempre in un cassetto il suo sogno di diventare ballerino. Ma improvvisamente quel cassetto si è aperto e oggi il giovanissimo danzatore prenderà il volo, andrà ad Amsterdam per frequentare la “European School of Ballet”. "Due anni fa, l’Accademia del teatro alla Scala che frequentavo - racconta Andrea Arbasino 16enne vogherese -, mi ha bocciato. Non sono stato ammesso al quarto anno e ho perso la testa. Odiavo la danza, non potevo guardare neppure un video. E il Covid, che mi ha tenuto lontano dalla scuola, non mi ha aiutato. Ero arrivato a pensare che ballare non facesse più per me". Invece, la danza è tutto il suo mondo. Indossa la calzamaglia da metà della sua vita, ha cominciato con la moderna per poi abbinarla alla classica e concentrarsi soltanto su quest’ultima fino ad arrivare sul palco della Scala dove ha ballato “Lo Schiaccianoci“, “Don Quixote“, “Aida“ e “Woolf works“.
"La bocciatura dell’Accademia del teatro alla Scala, che aveva sempre parlato bene di me, è stata una grande delusione - sottolinea Andrea -. Sono caduto, ma mi sono rialzato. Ho capito che il mio obiettivo era entrare in un’accademia e così a settembre mi sono rimesso in gioco e la porta che si era chiusa è diventata un portone aperto". Con le palestre e le scuole di danza ferme a causa delle misure di contenimento del virus, per tornare ad allenarsi Andrea è stato costretto a trasformare un appartamento. "Ho la fortuna di avere a disposizione un alloggio vuoto - ammette -, sul pavimento ho messo un tappeto di linoleum prima piccolo e poi più grande per potermi allenare. Ma non è stato facile. Il pavimento non è adatto, rischiavo di farmi male. Eppure non ho mollato, ho continuato a fare lezioni di danza in casa e stage on line. Ci tenevo tanto e volevo raggiungere il mio obiettivo: diventare un ballerino". Lezioni in didattica a distanza al mattino, perché Andrea Arbasino frequenta un istituto professionale e al pomeriggio danza con la sua insegnante Carola Freddi, titolare della scuola di danza Caput Villae di Codevilla, che ha sempre creduto in lui. "Fino al 26 aprile continuerò a seguire le lezioni a distanza - dice -. Il mio dirigente scolastico mi ha permesso di concludere a fine mese perché ho una media piuttosto alta tra l’8 e il 9. Poi mi dedicherò completamente alla danza perché dovrei frequentare degli stage obbligatori e non ho il tempo di farlo, ho già commesso un errore fermandomi. Sono rimasto indietro. Il direttore dell’accademia di Amsterdam mi ha detto che devo migliorare da un punto di vista tecnico, ma in me vede del potenziale. Punterò tutto su quello e in questi mesi lavorerò per raggiungere lo stesso livello dei miei compagni che hanno dai 13 ai 19 anni e arrivano da tutte le parti del mondo. Da settembre poi frequenterò l’accademia e farò lezioni con insegnanti privati, ma italiani. Devo già imparare bene l’inglese, non posso frequentare una scuola olandese".
Quella che attende Andrea Arbasino, quindi, è una vita completamente nuova. "Ad Amsterdam vivrò con un’amica di Gallarate che era con me all’Accademia della Scala - dice ancora -. Saremo da soli, senza i nostri genitori e sarà un’esperienza bellissima, che ci farà crescere". Andrea non ha un modello a cui si ispira, un mito da raggiungere ma un sogno: "Diventare un ballerino adeguatamente formato". E ai suoi coetanei in crisi a causa della pandemia manda a dire: "Non arrendetevi, se avete un sogno coltivatelo, con tenacia e un po’ di pazienza lo realizzerete".