
Alberto Stasi, 41 anni
Roma, 18 maggio 2025 – Perché + Come = Chi. È la formula più semplice, e più spietata, che un profiler possa usare. Attorno al delitto di Garlasco si stringe un movente. E tre figure mai del tutto uscite di scena: Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, e Stefania e Paola Cappa, cugine della vittima. In ogni omicidio, per scoprire chi è l’assassino, non si deve cercare un volto, bensì un’urgenza. Chi uccide non lo fa per caso. Lo fa per ripristinare un equilibrio che, nella sua mente, è saltato. E non importa se per noi quel movente sembri banale o inconsistente. Conta solo il punto di vista dell’assassino. Nel delitto Poggi, il come è evidente. Un’aggressione in casa. Ravvicinata. Colpi multipli. Violenza diretta. Assenza di esitazione. Una dinamica d’azione che dice più della confessione che non è mai arrivata. Il perché, invece, è il grande assente.
Un vuoto che ha accompagnato tutte le fasi procedimentali, e che, a distanza di 18 anni, la procura di Pavia tenta di riempire con nuovi nomi, nuovi legami, nuove posizioni relazionali. Andrea Sempio è ora formalmente indagato. Amico stretto di Marco Poggi, fratello di Chiara. Suo è il DNA sotto le unghie della vittima. E lo è senza nessuna spiegazione pienamente soddisfacente. Almeno, per la magistratura requirente. Sembra essere questo il motivo per cui quest’ultima riapre letteralmente una pagina. Quella di un tema scritto da Sempio nel 2013, durante un laboratorio di giornalismo. Lo ha raccontato lui stesso ai carabinieri, quasi a volerlo mettere agli atti. Un testo che, se verrà ritrovato, potrà dire tutto o nulla. Perché non è aver messo nero su bianco il caso Garlasco a fare la differenza. È cosa ci ha messo dentro. Se contiene solo ciò che era pubblico, è un esercizio. Ma se emergono dettagli che non poteva sapere, se le parole sembrano troppo precise, se c’è più istinto che ricostruzione, allora non sarà più un tema. Sarà un comportamento post-fatto. La nuova indagine a suo carico, ad ogni modo, sembra, più che una ricerca di prove, una fame di movente. Una fame che dura da quasi due decenni. Stasi è stato condannato in via definitiva con un movente sfumato. Evidentemente, per la procura di Pavia, non è l’unico possibile ‘chi’. Ragione per cui si tenta di rilegare nomi mai usciti del tutto di scena. Di farli rientrare dalla porta secondaria. Di disegnare una nuova costellazione relazionale attorno a Chiara.
Andrea Sempio. Le gemelle Cappa, Stefania e Paola. Un gruppo di provincia. Un filo invisibile che nella nuova indagine si prova a rendere nodo. Del resto, Sempio e le gemelle appaiono come personaggi in cerca di movente. Insomma, una nuova interpretazione investigativa che sembra di pirandelliana memoria, ma che in realtà segue una logica molto precisa. Quando il “perché” manca, lo si va a cercare ovunque. Anche tra le righe di un tema dimenticato.