
I pm hanno convocato per martedì in procura anche il fratello della vittima, come testimone .
GARLASCO (Pavia) Non solo l’indagato Andrea Sempio, ma anche il già condannato Alberto Stasi. Sono stati entrambi convocati in Procura a Pavia martedì, per essere interrogati nell’ambito della riaperta indagine sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007. In base a quanto riferito ieri sera dal Tg1, anche il fratello minore della vittima, Marco Poggi, che vive in Veneto, sarà ascoltato come persona informata sui fatti, convocato a Venezia. Una testimonianza ritenuta importante per gli inquirenti per ricostruire le abitudini del gruppo di amici di cui faceva parte lo stesso Sempio che, nel frattempo, anche ieri è tornato (per la quarta volta in due mesi) nella caserma dei carabinieri di Milano, dov’era già stato giovedì con anche la madre. Una serie di formalità dopo le perquisizioni di mercoledì. "Siamo andati solo per ritirare il suo cellulare – conferma l’avvocato Angela Taccia, che lo assiste con il collega Massimo Lovati – perché avevano ritardato a fare la copia forense".
La convocazione di Sempio per martedì alle 14 in Procura a Pavia ha sorpreso anche gli avvocati: "Siamo confusi", ammette Lovati. Non è infatti una convocazione, anche nei tempi, facilmente interpretabile. Non è di certo per ‘chiudere il cerchio’ a ridosso della conclusione delle indagini preliminari, che invece si preannunciano ancora lunghe, dovendo anche attendere l’esito dell’incidente probatorio che è di fatto iniziato venerdì con l’udienza davanti al Gip per il giuramento dei due periti e la formulazione dei 6 quesiti, con l’allargamento delle comparazioni genetiche non solo all’indagato ma anche a un’altra dozzina di persone non indagate. Le operazioni peritali inizieranno tra quasi un mese, il 17 giugno, e i periti hanno 90 giorni di tempo, salvo eventuali proroghe, con l’udienza per la discussione degli esiti in contraddittorio fissata al 24 ottobre, ma che potrebbe slittare in caso di proroga. Tempi dunque ancora lunghi. E l’interrogatorio arriva invece solo 6 giorni dopo le perquisizioni di mercoledì: tempi troppo stretti perché gli investigatori abbiano già ottenuto degli esiti da sottoporre all’indagato. "Non voglio anticipare nulla della strategia difensiva di martedì", si limita a dire l’avvocato Lovati. All’interrogatorio davanti ai pm, l’indagato può avvalersi della facoltà di non rispondere completamente oppure decidere se rispondere o no di volta in volta ad ogni domanda. Gli avvocati potrebbero avere interesse a capire, tramite gli interrogativi posti dagli inquirenti, quali siano gli elementi sui quali si sta indirizzando l’inchiesta, anche se la Procura può continuare a tenere le ‘carte coperte’ fino al termine delle indagini preliminari, senza mettere a conoscenza l’indagato di tutti gli elementi di cui è in possesso l’accusa. "È un’indagine confusa – il commento dell’avvocato Lovati – già dalla prospettazione dell’accusa". E l’indagato potrebbe avere l’interesse, anche mediatico, a non avvalersi della facoltà di non rispondere se convinto di non avere nulla da temere, come ha ribadito Sempio anche nell’intervista alla trasmissione televisiva Quarto Grado, rilasciata dopo la perquisizione di mercoledì. Anche se ha ammesso che, quando di prima mattina si sono presentati alla porta i carabinieri, aveva temuto che fossero lì per arrestarlo.
"Siamo pronti a tutto quello che verrà – ha detto ancora Sempio – lo affronteremo mano a mano". E sarebbe stato lo stesso Sempio a indicare agli investigatori che tra il materiale acquisito nella perquisizione avrebbero trovato un suo scritto, un articolo sulla morte di Chiara Poggi, per un corso di formazione in Comunicazione frequentato nel 2014-2015. "Nulla di oscuro – commenta l’avvocato Taccia – né nell’avere fatto quel tema né nel suo contenuto". Nel frattempo prosegue anche il secondo filone d’indagine che sempre mercoledì ha portato al ritrovamento nel canale dragato a Tromello di alcuni oggetti (pare 3 di particolare interesse: una mazzetta da muratore, il manico di un’ascia e una pinza da camino) da analizzare per verificare un’eventuale attinenza con il caso, in una pista sulla mai trovata arma del delitto che porterebbe lontano anche dall’indagato Sempio. "Non abbiamo niente da dire", si limita a ripetere, ancora una volta, Rita Preda, la mamma di Chiara Poggi.