
Una parte della platea nell’incontro di ieri
Quando la Storia incrocia le vicende delle persone ne deriva un viaggio singolare. È quello che ieri docenti universitari di Pavia e Milano, esperti e dirigenti del mondo agricolo, economico e tecnico hanno guidato alla scoperta di figure illustri, legate ai possedimenti di Mezzana Bigli. Un percorso di cinque secoli: dalla prima proprietaria Cecilia Gallerani, la “Dama dell’ermellino“ dipinta da Leonardo da Vinci che fu amante di Ludovico il Moro, al documento di Carlo V con sigillo imperiale datato 13 luglio 1525 (cinque mesi dopo la battaglia di Pavia vinta dalle truppe imperiali sui francesi) che conferma la proprietà al marchese Giovanni Antonio Biglia, grande amico del duca di Milano col quale aveva condiviso la prigionia in Francia. Le tappe della “possessione fondiaria“ arrivata ora alla famiglia Radice Fossati sono state ricostruite nell’aula Foscolo dell’Università in “500 anni e un ...Po“ (chiaro riferimento al grande fiume che scorre nelle vicinanze).
"Concediamo a Giovanni Antonio Biglia – ha scritto il figlio di Ludovico il Moro in un documento firmato il 17 maggio 1525 – per sé, i figli e i discendenti maschi legittimi e nati da legittimo matrimonio, e fino all’infinito, il possesso il sedime, le case e tutti gli altri beni posti nel territorio di Gerola del Comitato di Pavia che erano di Geronimo dé Curte a Noi ostile". Da Biglia si è arrivati all’eroe del Risorgimento Federico Confalonieri, che è stato anche imprenditore illuminato e un innovatore che aveva pensato al primo battello a vapore che ha solcato le acque del Po, come al primo trattore diesel al mondo costruito negli stabilimenti della Same di Mezzana. Quindi la possessione è arrivata fino ai Radice Fossati. "Il feudo è stato dei miei antenati Biglia per 7 generazioni – ha detto Federico Radice Fossati – per 4 dei Confalonieri e per 5 dei Radice Fossati. Direi un lunga storia d’amore". E una storia d’amore che si rispetti, spesso si basa sulle lettere: 80 faldoni di antiche carte risalenti anche al XVI secolo sono emersi dalla sistemazione di una cantina di un’abitazione dei Radice Fossati aprendo nuove affascinanti prospettive storiche.
Manuela Marziani