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"Fibronit inoffensiva", ma la fine dell’incubo è ancora lontana

Broni, le conseguenze mortali potrebbero arrivare fino al 2035. La proposta: tenete qui la conferenza nazionale sull’amianto

La “fonte“ (leggi ex fabbrica Fibronit con annessa appendice ex Ecored) è inoffensiva: 170mila metri quadrati “killer“ perché contenenti amianto sono stati bonificati. Cinque anni di lavoro solo per il secondo lotto e 20 milioni di euro, compresi quelli del primo lotto, spesi. Ora la fabbrica killer che, pure fino alla scoperta delle terribili conseguenze provocate dall’amianto, dava lavoro, in media, a 1.500 operai, non fa più paura. I rischi per la salute, però, non sono ancora neutralizzati al 100% ed anzi gli esperti ritengono che il “picco“ di morti (a Broni in oltre 20 anni sono stati più di 700) si potrebbe avere fra il 2020 ed il 2025, con una previsione che si spinge anche oltre ed indica nel 2034 la fine dell’incubo. La ex Fibronit bonificata di Broni, tuttavia, è un simbolo di un intervento a lungo atteso, ma finalmente realizzato. Al punto che il Comune d’intesa con associazioni come nel caso di Avani (associazione nazionale vittime amianto) di cui è presidente Silvio Mingrino e lo Sportello Nazionale Amianto di cui è responsabile Fabrizio Protti ha chiesto che l’edizione 2022 della conferenza nazionale sull’amianto si tenga proprio nella ex Fibronit. Nel frattempo sia per illustrare le tappe di questa lunga battaglia ambientale, peraltro non conclusa, sia per ipotizzare soluzioni sul come riutilizzare, in futuro, l’area , sabato pomeriggio, a partire alle 15,30 al Teatro Carbonetti di Broni, si terrà un convegno a cui interverranno anche il vice ministro allo Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto Fratin e l’assessore regionale all’Ambiente, Raffaele Cattaneo. Alle 18 una solenne funzione religiosa in suffragio dei morti di amianto. "Oggi la Fibronit – dice Antonio Riviezzi, sindaco di Broni appena riconfermato – è finalmente un’area libera dall’amianto. Un traguardo degno di nota per il nostro comune e in generale per il territorio. La lotta alla piaga che ha funestato la nostra città e il territorio circostante non si fermerà a questo importantissimo traguardo. Altre azioni sono state realizzate, come ad esempio l’abbattimento della ex scuola elementare e la rimozione dell’amianto da edifici pubblici e dai cimiteri. Altre sono in fase di progettazione, una su tutte il nuovo liceo". "Le parole chiave per arrivare finalmente ad avere una città ad amianto zero nel 2026 – aggiunge Riviezzi - sono green, condivisione e territorialità".

Il problema amianto, oltre che di vecchia data (lo stop alla fabbrica, ad esempio, avvenne nel 1994) non conosce confini e non è un mistero che ci siano altre criticità, non ancora censite con precisione in edifici privati non solo a Broni bensì anche nei comuni vicini di Stradella o Santa Giuletta, solo per indicarne alcuni. Non a caso, purtroppo, vittime si contano, ancora oggi e praticamente senza tregua, anche nei comuni della fascia collinare, lontani dai siti di produzione dove si usava l’amianto ma dove non mancano manufatti ed edifici costruiti con questo materiale. Le malattie provocate dall’amianto (tumore polmonare per oltre il 50% dei casi, mesotelioma pleurico e asbestosi) colpiscono in prevalenza nella fascia di età fra i 50 e i 70 anni. Il periodo di latenza può durare anche oltre 30 anni.

Pierangela Ravizza