MANUELA MARZIANI
Cronaca

Bonifiche da sbloccare. Rimozione dell’amianto: "Servono più risorse"

Broni, la Regione all’unanimità chiede che la prossima conferenza governativa si tenga nella cittadina della Fibronit. Il Pd: qui effetti ancora drammatici.

Il sito dell’ex Fibronit. A Broni, l’incidenza del mesotelioma sui residenti è di 20 volte più alta nelle donne e di 30 negli uomini rispetto ai dati nazionali (Torres)

Il sito dell’ex Fibronit. A Broni, l’incidenza del mesotelioma sui residenti è di 20 volte più alta nelle donne e di 30 negli uomini rispetto ai dati nazionali (Torres)

"La Regione è ferma, servono risorse". Lo sostiene il gruppo regionale del Pd che ha votato favorevolmente alla mozione di maggioranza che chiede al presidente Attilio Fontana e alla sua Giunta di fare in modo che la prossima conferenza governativa sull’amianto si svolga a Broni, sottolineando la necessità di aumentare i fondi per la bonifica dei siti contaminati e il risanamento dell’ambiente. "Non potevamo che approvare una mozione che finalmente solleva il caso di Broni - ha commentato il consigliere regionale dem, Simone Negri al termine della votazione unanime in aula -, dopo che da anni Regione è ferma sui provvedimenti che possano andare nella direzione della rimozione dell’amianto in Lombardia, presente ancora in quantità spaventose".

Quella di Broni è una situazione drammatica: l’incidenza del mesotelioma è di 20 volte più alta nelle donne e di 30 negli uomini. Inoltre, nell’area c’è un Sin, un Sito di interesse nazionale. "Quale luogo migliore per una conferenza nazionale sul tema? - ha domandato Negri – Ma questa mozione è importante anche perché porta la questione dell’amianto in aula. L’ultima relazione al Consiglio risale al 2024, ma contiene dati riferiti al 2022-2023 e sono allarmanti: in Lombardia insistono 180mila manufatti in amianto in proprietà private e 27mila, di cui il 10% friabile, in edifici pubblici. Una situazione preoccupante che richiede interventi e un’attenzione che oggi Regione non ha".

Secondo altri dati di grande rilevanza nel 2022 sono state rimosse qualcosa come 236mila tonnellate di amianto; 1.684 sono le aziende specializzate in cui lavorano 4.105 dipendenti esposti con un’insorgenza di 400 casi all’anno di mesotelioma. Nel 2020 sono stati calcolati 35 chilometri quadrati di cemento amianto da rimuovere dalle superfici. "Sono numeri importanti e allarmanti – ha aggiunto il dem –. La Regione, che si è data l’obiettivo e il traguardo di eliminare completamente l’amianto tra 2030 e il 2032, in realtà si è fermata. Da quando l’assessore all’ambiente è Giorgio Maione non è stato più fatto un bando che metta a disposizioni risorse per la rimozione, tranne qualcosa destinato alle Aler. Sembra quasi che sia un assessorato senza portafoglio: le iniziative regionali sono ferme dal 2022, quando sulla destinazione pubblica erano stati messi 10 milioni di euro, mentre per i privati l’ultimo provvedimento risale al 2019 con un milione di euro".

Oltre a Broni anche Brescia ha un problema: "Abbiamo fatto emendamenti al bilancio, abbiamo chiesto un’audizione mai concessa, abbiamo messo in evidenza il caso di Brescia, senza ottenere nulla. Ora, speriamo che questa mozione sia l’inizio di un percorso di attenzione"