
di Manuela Marziani
Si apre oggi nel tribunale della famiglia di Tel Aviv la discussione sul futuro di Eitan, l’unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. Su richiesta della zia paterna Aya Biran, che detiene la tutela legale del bambino di 6 anni, il giudice Iris Ilotovich Segal dovrà decidere se il piccolo potrà tornare a vivere in Italia dove si trovava fino all’11 settembre o rimanere in Israele, in cui il nonno materno Shmuel Peleg lo ha portato prelevandolo dalla casa degli zii a Travacò. Finora il bambino ha trascorso 3 giorni con la famiglia materna e 3 con quella paterna, ma non tutto è filato sempre liscio. Venerdì, infatti, il piccolo non è stato riportato alla zia che si è immediatamente rivolta al tribunale.
"Il bambino non voleva tornare" si sarebbe giustificato il nonno che è stato invitato dal giudice al rispetto degli accordi. Oggi e poi ancora sabato e domenica il tribunale verificherà se nonno Shmuel un mese fa abbia violato la Convenzione dell’Aja. "L’accordo in vigore finora - hanno spiegato gli avvocati di entrambe le parti che hanno anche chiesto il silenzio dei media - si è basato sulla volontà di mantenere la privacy del bambino, che in questo momento ha bisogno di tranquillità". Secondo gli avvocati dei Biran in Italia il percorso è proseguito "con qualche aggiustamento che non ne ha modificato l’impostazione". Per la famiglia Peleg tutto si è svolto come previsto. Quello che è certo nelle 3 prossime udienze, a meno di un accordo definitivo tra le famiglie, la giudice dovrà entrare nel merito della vicenda.