MANUELA MARZIANI
Cronaca

Pavia, festa del 25 Aprile: Anpi e antifascisti pronti a contestare

Una manifestazione di dissenso non con posizioni secessioniste, ma rimanendo in piazza fino all’ultimo

La targa dedicata a Teresio Olivelli

Pavia, 25 aprile 2019  – Nessuna divisione, nessuna piazza alternativa. Questa mattina Anpi e la Rete antifascista saranno presenti alle manifestazioni organizzate per il 74° anniversario della Liberazione. Dopo l’inaugurazione in piazza Botta di una targa in memoria del partigiano beato Teresio Olivelli avvenuta ieri, la giornata di oggi si aprirà con la deposizione di una corona al sacrario dedicato ai caduti della seconda guerra mondiale al cimitero Maggiore, la deposizione della corona al cippo intitolato a Ferruccio Ghinaglia quindi è prevista la partenza del corto per piazza del Carmine, la messa alle 10,30 celebrata da don Daniele Baldi e poi la cerimonia in piazza Italia con il saluto del commissario prefettizio Flavio Ferdani, letture a cura della consulta provinciale degli studenti e infine l’orazione ufficiale tenuta dal rettore dell’Università di Pavia Fabio Rugge.

«Avremmo potuto tenere una contro manifestazione – dice il presidente della sezione Anpi “Onorina Pesce”, Luca Casarotti –, ma Anpi e la Rete antifascista hanno ritenuto che fosse più efficace manifestare il dissenso non con posizioni secessioniste, ma rimanendo in piazza fino all’ultimo secondo per parlare a quella stessa piazza alla quale parlerà l’oratore scelto». E questo è il nodo, la scelta dell’oratore. Il comitato per le celebrazioni del 25 aprile su proposta dell’allora sindaco Massimo Depaoli aveva scelto Piero Scaramucci, 82 anni, fondatore di fondatore di Radio popolare, inviato della Rai e autore di inchieste sulle stragi di Stato. A questa proposta si era unita anche Anpi, che inizialmente aveva suggerito il nome dello storico Davide Conti.

A POCHI giorni dalla cerimonia, però, il nome di Scaramucci non è andato più bene ed è stata preferita una figura istituzionale, a garanzia d’imparzialità. «Ma non è detto che un’istituzione debba essere imparziale – aggiunge Casarotti –. Da parte nostra non contestiamo il rettore per le sue convinzioni politiche, che non conosciamo. Contestiamo che il commissario prefettizio, per porre fine a un conflitto istituzionale, abbia preferito agli altri due oratori una figura istituzionale che dovrebbe essere imparziale. Ma il 25 aprile è una festa di parte e tale deve rimanere».