
Memorie del tempo, fili colorati che diventano ordito
Monza – “I nostri telai in fabbrica erano molto grandi” ricorda Maria. “Lì dentro ricordo soprattutto il frastuono, è anche per quello che sono un po’ dura di orecchi...” sorride Luigina. “La mia mamma lavorava già lì e quando sono diventata grande ci sono entrata anch’io, nel nostro quartiere in qualche maniera tutte filavamo: il Cederna è cresciuto anche con le nostre mani” dice Ornella. I nomi sono a volte un po’ di fantasia, i ricordi no.
Memorie del tempo, fili colorati che diventano ordito, i gesti ripetuti per anni che tornano alla memoria in un mosaico che si dipana fra un aneddoto e l’altro. Il prossimo 15 maggio apre a Monza (inaugurazione ufficiale il 16 alle 17), alla Galleria Civica di via Camperio 1, qualcosa di straordinario e irripetibile. Si tratta di “Storie in trama – Filos e Telaio. Movimenti di fili, movimenti di vita”. E le protagoniste, le artiste, sono donne che oggi hanno per lo più fra i settanta e i novant’anni e che un tempo lavorarono al quartiere sorto attorno al Cotonificio Cederna ma anche in altri stabilimenti di cui all’epoca era davvero punteggiata la Brianza.
Sono le ospiti della casa di riposo Mater Misericordiae di via Messa a Monza, gestita dalle suore Misericordine del Beato Luigi Talamoni e a riannodare i fili delle loro vite e della loro memoria ci ha pensato un progetto straordinario, ideato da Fulvia Gravina, arteterapeuta ed educatrice che da vent’anni segue la struttura. È lei la curatrice della Rassegna di Piccoli Arazzi dell’Atelier di Arteterapia e Modello Polisegnico.
“L’idea mi è venuta vedendo che molte delle persone della casa riposo venivano proprio dal Cederna, quartiere nato attorno alle idee di imprenditori illuminati, o comunque provenivano da altre realtà della città che si occupavano di tessiture”. L’arteterapia serve proprio a questo. La sua natura multidisciplinare (artistica, psicologica e sociologica) inserisce l’Arteterapeuta fra le figure professionali coinvolte nei programmi di prevenzione, riabilitazione e cura. Fulvia Gravina, che al Cederna ci vive dal 1968, ha saputo come mettere a frutto queste esperienze e vite che si intrecciavano come un ordito. “Incontri di donne, intrecci di fili e di pensieri. Ago, filo, telai: sono sarte, cuciono, tessono. Ieri a Cederna nasceva l’arte del ‘tessere’, che promuoveva lo sviluppo sociale e comunitario di un quartiere, oggi vogliamo far rivivere un’emozione antica contestualizzandola al nostro tempo attraverso le diverse ‘trame’ realizzate ed esposte dalle ospiti in Rsa. È in questo contesto che si inserisce l’Atelier di Arteterapia, visto che molte di loro erano state operaie della tessitura Cederna e di altre fabbriche tessili del territorio”.
Molte delle ospiti hanno lavorato a comporre i loro mosaici, anche quelle che non conoscevano questa arte. Anche signore che ormai non ci sono più ma hanno lasciato testimonianza dei propri lavori. Come la signora di Genova che evocava sempre “come le piacesse il mare e che ha messo i colori del Mar Ligure nei suoi lavori”. Ricordi che si intrecciano. “Io lavoravo il grano”, “quando c’era la guerra all’improvviso bisognava lasciare i telai e mettersi a correre per sfuggire alle bombe”, “io amavo i fiori, il mio balcone era sempre pieno di vasi…” e oggi “l’arcobaleno fiorito di Carla Barazzetta dalla sua camera piena di fiori è diventato il suo arazzo”.
La mostra resterà aperta sino al 25 maggio, tutti i giorni lunedì escluso dalle 15 alle 19, sabato e domenica anche dalle 10 alle 13. Fondamentale l’appoggio del Comune di Monza, delle suore Misericordine e della Onlus “Abbi cura di loro”. “Dietro questi lavori -. spiega ancora Carla Gravina - ci sono tante occasioni che permettono a chi li ha fatti di scoprire e progettare la propria creatività, tutti hanno bisogno di bellezza”.