"Voglio ammazzarti perché sei nero". Trapper razzista, arriva lo sconto di pena

Due anni e mezzo a Traffik: con un “collega” aveva distrutto la bici a un operaio

"Voglio ammazzarti perché sei nero". Trapper razzista, arriva lo sconto di pena

"Voglio ammazzarti perché sei nero". Trapper razzista, arriva lo sconto di pena

Per i giudici della Corte d’Appello di Milano non fu rapina, ma violenza privata e danneggiamento.

Ridotta in secondo grado la pena per il trapper romano Gianmarco Fagà, in arte Traffik, che assieme a Jordan Tinti – Jordan Jeffrey Baby –, di Bernareggio, nell’agosto del 2022, aveva rapinato un operaio nigeriano nella zona della stazione ferroviaria di Carnate.

L’agguato era avvenuto in un sottopasso: l’uomo, di ritorno dal lavoro, minacciato con un coltello, fera stato costretto a consegnare la bicicletta e lo zaino con il portafoglio e i documenti, mentre i due lo insultarono: "Vogliamo ammazzarti perché sei nero".

Un caso che aveva destato scalpore.

Ora, i giudici hanno disposto per il cantante romano, che in primo grado era stato condannato a 5 anni e quattro mesi anche per l’aggravante dell’odio razziale, una pena a due anni e sei mesi.

A Tinti, che non ha impugnato la sentenza, ne era stata inflitta una a 4 anni e 4 mesi poi diminuita di un 1/6 in base alla riforma Cartabia. Nei confronti di Traffik, difeso in giudizio dall’avvocato Ettore Pieracciani del foro di Roma, i giudici hanno riqualificato l’accusa, alleggerendo la sua posizione. A inchiodarli erano state alcune foto scattate dal manovale con lo smartphone, ma anche un video che i trapper stessi avevano grato per documentate la loro “prodezza” e poi postato sui social.

La vittima aveva immediatamente sporto denuncia facendo scattare l’indagine.

Rintracciarli non era stato difficile. Entrambi avevano precedenti. Più gravi quelli di Fagà, che per maltrattamenti alla sua fidanzata dell’epoca era stato condannato a 3 anni di reclusione; meno compromessa la situazione di Tinti, che era stato arrestato per aver “ballato” in segno di scherno sul tetto di un’auto dei carabinieri a Napoli.

Bar.Cal.