Viti e piante di bambù La Oeb alza il fatturato e taglia le emissioni

La Officine Egidio Brugola punta a diventare “carbon neutral“ entro il 2035. Nel 2022 ha tagliato un quarto delle emissioni di Co2 e investito sul verde.

Viti e piante di bambù  La Oeb alza il fatturato  e taglia le emissioni

Viti e piante di bambù La Oeb alza il fatturato e taglia le emissioni

di Fabio Luongo

La OEB cresce ancora e si fa più verde. Un consistente segno più davanti al fatturato e un’attenzione sempre più spiccata all’impatto ambientale. La Officine Egidio Brugola, la storica azienda lissonese leader nel settore delle viti a testa cava per motori, si conferma una delle realtà imprenditoriali brianzole più forti a livello internazionale, e lo fa mentre spinge con decisione sugli interventi green, per abbattere le emissioni di CO2 dei suoi stabilimenti.

La ditta sta portando avanti attività di efficientamento per arrivare entro il 2030 alla riduzione delle emissioni del 70% e diventare “carbon neutral“ nel 2035. Così il 2022 per la OEB si è chiuso con 42.793 tonnellate di viti prodotte e con un fatturato complessivo di oltre 175 milioni di euro (175.150.000 euro, per la precisione) per le due sedi, in Italia e Usa. Un dato che registra un incremento positivo rispetto al 2021, quando il fatturato totale era stato di 140 milioni e 650mila euro, ma anche rispetto al periodo precedente alla pandemia da Covid: nel 2019 l’azienda aveva infatti chiuso i conti a quota 151 milioni e 300mila euro. Sul fronte del miglioramento delle prestazioni ecologiche, OEB ha messo in campo una strategia integrata: a fine 2022 ha fatto registrare una diminuzione di circa il 25% della quantità di CO2 emessa, a cui sono state affiancate attività di compensazione ambientale dell’anidride carbonica residua. Ciò grazie al supporto al progetto Forever Zero CO2 per la creazione di nuove foreste di bambù gigante in Italia, realizzato da Forever Bambù: l’azienda ha sostenuto la piantumazione di 3 ettari di coltivazione biologica, due a Torre Pallavicina, nella bergamasca, e uno a Ripa Persico, nel ferrarese, equivalenti a una mitigazione certificata dell’impronta di carbonio di 780 tonnellate di CO2 all’anno fino al 2043. Il progetto prevede di arrivare a 6 ettari di forestazione entro il 2024. Intanto la OEB ha messo mano pure a un progetto di recupero dell’olio esausto. "Sono già 70 le tonnellate di olio recuperato negli ultimi 11 mesi e rappresentano la metà dell’olio impiegato nella nostra produzione – racconta il presidente di OEB, Jody Brugola –. Ora vogliamo arrivare al 70%, agendo ulteriormente sull’ottimizzazione delle nostre 6 linee forno, che ci ha già permesso di ridurre i consumi di gas dell’8%, abbassando del 32%, in parallelo, il consumo degli oli utilizzati a fine 2022. Grazie a nuovi compressori e led siamo intervenuti anche sull’efficientamento energetico, riducendo del 7% i consumi elettrici. Nello stabilimento principale abbiamo studiato un nuovo modo di recuperare il calore generato dai compressori, che ora non viene più disperso nell’ambiente ma recuperato per essere impiegato nel riscaldamento. È una best practice che da quest’anno esporteremo in ogni altra nostra sede. Stiamo anche studiando interventi di cogenerazione per la produzione contestuale di energia elettrica ed energia termica. E tutto il residuo, che non riusciremo a eliminare, sarà compensato attraverso il nostro bambuseto".

La OEB aveva iniziato nel 2020 sostituendo 25 tonnellate di bobine di carta con panni tecnici ecosostenibili e riutilizzabili, abbattendo dell’80% il consumo della carta; aveva ridotto del 15% l’utilizzo di oli, grazie a processi di recupero, e aveva tagliato da 207 tonnellate a 50 il consumo di plastica. Oggi l’azienda produce oltre 800 tipi differenti di viti.