
È di circa sette anni la durata dei lavori prevista per realizzare 13 chilometri di binari
Monza sogna da trent’anni un collegamento metropolitano con Milano. Il prolungamento della linea M5 da Bignami a Monza nord potrebbe finalmente realizzare questo desiderio oggi più che mai necessario, segnando un primato: il primo collegamento metro tra due province italiane.
Ma il progetto, che sembrava finalmente prendere forma, si è arenato per un aumento dei costi di 589 milioni di euro, comunicati lo scorso febbraio dal Comune di Milano. L’iter per portare la M5 oltre i confini milanesi ha radici lontane.
Nell’ottobre 2016, l’accordo di programma tra Stato, Regione Lombardia e i Comuni coinvolti (Milano, Monza, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo) ha dato il via al percorso, con l’inserimento dell’opera nel Programma regionale della mobilità e dei trasporti. Nel 2017 uno studio di fattibilità ha valutato tracciati alternativi e nel febbraio 2019 è stato approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica, con costi stimati allora in 1,296 miliardi di euro, interamente coperti: 931 milioni dallo Stato, 283 milioni dalla Regione, 82 milioni dai Comuni (37 da Milano, 27,5 da Monza, 13 da Cinisello, 4,5 da Sesto). Il prolungamento si estende per 12,6 chilometri, con undici nuove stazioni che attraversano Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Monza, fino al Polo Istituzionale monzese.
A Cinisello sono previste quattro fermate: Testi-Gorky (vicino al polo scolastico), Rondinella-Crocetta, Lincoln e Cinisello-Bettola. A Monza, invece, sette: Campania, Marsala, Monza stazione Fs, Trento e Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo e Polo Istituzionale. Qui sorgerà anche un deposito-officina nell’area agricola del Casignolo, capace di ospitare fino a 60 treni.
Tra il 2023 e il 2024 il progetto ha fatto passi avanti. A giugno 2024 è arrivato il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), un documento cruciale per passare alla fase esecutiva. Ma già allora si parlava di extracosti, stimati inizialmente in 400 milioni, dovuti all’impennata dei prezzi nel settore edile e, soprattutto, all’aumento dei costi dell’energia.
L’11 febbraio scorso, però, il Comune di Milano ha comunicato una cifra ben più alta: 589 milioni di euro, che hanno bloccato tutto.
Il progetto potrebbe riprendere, ma solo se verranno trovate le risorse mancanti, con la realizzazione della progettazione esecutiva e un’apertura dei cantieri che comunque non potrebbe essere prima dell’inizio del 2027, per una durata dei lavori di circa 7 anni.
A.S.