Usuraio ai servizi sociali bussa ai carabinieri di Vimercate: “Voglio tornare in carcere”

Per la sua vittima, minacciata con continue violenze fisiche, un debito di soli 600 euro si era trasformato in un incubo

I carabinieri di Vimercate  hanno ricevuto la visita del 35enne

I carabinieri di Vimercate hanno ricevuto la visita del 35enne

Vimercate (Monza e Brianza) – Un 35enne, italiano, ha bussato alla caserma del Comando Compagnia di Vimercate e ha chiesto di parlare con il maresciallo: “Voglio essere arrestato” ha detto. L’uomo, già noto alle Forze dell’ordine, era stato affidato in prova a una comunità ai servizi sociali come alternativa al regime carcerario, con l'intento di favorire il suo reinserimento nella collettività attraverso attività rieducative. Ma lui, che dai tribunali aveva fatto entra ed esci, ha chiesto agli uomini dell’Arma di riportarlo nella casa circondariale. L’ultima condanna, a un anno e nove mesi di reclusione, l'aveva subita a gennaio per eventi riconducibili al marzo dell’anno prima. In quell’occasione era finito nei guai al termine delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Vimercate.

In concorso con un connazionale 49enne aveva commesso un'estorsione continuata e aggravata nei confronti di un uomo di 33 anni, per il quale un debito di soli 600 euro era diventato un incubo. Le indagini coordinate della Procura della Repubblica di Monza erano state avviate quando il 33enne aveva presentato una denuncia. I carabinieri, nel corso delle indagini, avevano svelato che quei soldi erano legati ad un vecchio debito maturato negli ambienti dello spaccio di sostanze stupefacenti. In realtà la cifra era dovuta ad un’altra persona che aveva ceduto il credito a due italiani originari di Vimercate (tra cui il 35enne) che avevano dato il via a una escalation di violenza.

I due avrebbero chiesto rate mensili da 300 euro alla vittima dal mese di agosto 2021, minacciandolo con violenze fisiche. Quando si incontravano con il creditore, il 33enne veniva colpito anche con calci al volto e poi perseguitato con una moltitudine di messaggi tramite WhatsApp e Messenger. Poi, era stata la volta della madre. Anche a lei erano stati inviati dei messaggi, riuscendo a farsi consegnare in varie tranche una somma complessiva di circa 1.800 euro. L’apice della violenza, nei primi giorni di febbraio, con il rinvenimento davanti all’abitazione della vittima di una bottiglia di vetro di superalcolico contenente liquido infiammabile in cui erano immersi due proiettili calibro 22.

In particolare il 35enne era stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, ma già il successivo mese di aprile, per le continue violazioni alle prescrizioni impostegli, l’ufficio GIP del Tribunale di Monza aveva emesso un’ordinanza di aggravamento e lo aveva portato l in carcere. Tornato a settembre ai domiciliari, a novembre del 2022 era stato raggiunto da un’altra ordinanza di custodia cautelare sempre degli arresti domiciliari, in concorso con altro soggetto italiano di 49 anni questa volta nell’ambito di un’altra indagine sempre coordinata della Procura della Repubblica di Monza e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Vimercate, per un'altra estorsione continuata e aggravata in concorso nei confronti di una donna di 57 anni avviata nel marzo 2022.

La vittima aveva denunciato ai carabinieri che, approfittando di un attimo di difficoltà con la banca per uno scoperto di circa 1.000 euro, nell’estate del 2021, aveva ricevuto tale somma ma sotto la pretesa mensile di euro 300 a mero titolo di interessi (30%) finché non sarebbe stata capace di estinguere il debito con una unica rata da 1.300 euro. Ma nonostante la donna in dieci mensilità gli avesse consegnato un totale di 3.300 euro il suo strozzino non aveva considerato chiusa la partita. A quel punto sarebbe entrato in gioco proprio il 35enne, incaricato della riscossione.

Ora, però, di trascorrere le giornate in comunità lo strozzino proprio non ne voleva sapere e ha avanzato l’insolita richiesta ai carabinieri di espiare il residuo della pena di 1 anno 5 mesi e 17 giorni in prigione. I militari della Stazione di Vimercate hanno così contattato il Tribunale di Sorveglianza di Milano e riferita la richiesta, il magistrato di Sorveglianza ha emesso la relativa ordinanza con cui sospendeva la misura dell’affidamento e disponeva l’arresto dell’uomo che nel pomeriggio è stato accompagnato in carcere a Monza