Lombarda Petroli di Villasanta, dopo il disastro e le carte bollate arriva l'asta

In vendita il distributore di carburanti, parte dei beni della vecchia raffineria attualmente in liquidazione

L'ex raffineria di Villasanta

L'ex raffineria di Villasanta

Villasanta (Monza) - Va all’asta giudiziaria a maggio il distributore di carburanti che fa parte dei beni della Lombarda Petroli in liquidazione. È un primo risultato concreto a favore dei creditori dopo l’annosa questione a colpi di carte bollate tra il fallimento dell'ex raffineria di Villasanta (rappresentata dalla commercialista Elisabetta Brugnoni) da cui, la notte del 22 febbraio 2010, vennero sversate quasi 3mila tonnellate di gasolio e oli combustibili, e il Comune villasantese.

La vendita senza incanto in modalità sincrona (tutti gli offerenti sono collegati simultaneamente e rilanciano nella medesima unità di tempo, con la simultanea presenza del giudice) dell’impianto già funzionante di via Sanzio di quasi 3mila metri quadrati, parte da una base d’asta di 730mila euro e rilanci minimi di 5mila euro. Un’occasione ghiotta per la cessione del ramo d’azienda relativo ad area, strutture e avviamento, grazie alla possibilità di completamento dell’impianto con l’aggiunta dell’erogazione di gpl, metano e colonnine di ricarica elettrica, reso possibile dopo che il Comune ha dato l’autorizzazione per l’ampliamento del distributore di carburanti.

Ma non senza una battaglia legale. Il Tar della Lombardia aveva accolto il ricorso cautelare presentato dal fallimento di Lombarda Petroli e dal concordato preventivo di Immobiliare Villasanta sulla riqualificazione del distributore di carburanti, disponendo che il Comune di Villasanta convocasse la già disposta conferenza di servizi sulla questione. Il motivo del contendere era che il Comune aveva disatteso la decisione dello stesso Tar di avallare il progetto di riqualificare l’impianto di carburanti, pur senza l’ampliamento che era stato negato dalla Regione, prevedendo espressamente l’obbligo per l’amministrazione comunale di convocare una conferenza di servizi con la presenza di tutti gli enti per un esame congiunto delle soluzioni tecniche.

Il Comune, secondo il ricorso firmato dall’avvocato Umberto Grella, aveva invece risposto picche al nuovo progetto, senza neanche indire una conferenza dei servizi con le modalità prescritte dai giudici. "Il ricorso è fondato – hanno scritto i giudici amministrativisti – con riferimento alla mancata indizione della conferenza di servizi che, in relazione all’importanza degli interessi coinvolti, deve svolgersi con necessaria partecipazione, oltre che di tutti gli attori istituzionali, anche dei rappresentanti delle parti ricorrenti" che "sono esposti al pericolo grave e irreparabile di perdere definitivamente la possibilità di realizzare un progetto che pare molto rilevante per l’operatività e l’andamento delle due procedure giudiziarie coinvolte nella vicenda".

Quella conferenza dei servizi poi si è tenuta nella forma disposta dai giudici e ha avuto esito positivo, dando il via al rilascio dell’autorizzazione che ora ha aperto la strada alla vendita all’asta di quell’area dopo la perizia sul suo valore. Sul fronte dell’area della ex raffineria continua invece la polemica per i 7 milioni di euro assegnati dal Pnrr per la bonifica. "Alla ex Lombarda Petroli non servono i fondi Pnrr", sostiene Elisabetta Brugnoni, secondo cui "l’area interessata da questa bonifica non è quella dello sversamento, già ripulita". Il problema sarebbe il nuovo Pgt. "Riducendo le aree per parco pubblico e riclassificando le differenze come aree produttive, l’operazione di bonifica potrebbe essere presa in carico dagli stessi operatori economici che diventerebbero interessati a diventare acquirenti all’asta, senza l’inutile sperpero delle risorse pubbliche".