"Villa Reale, il tracollo si poteva evitare"

Parla l’ex sindaco Roberto Scanagatti: "Ci sarebbe voluta maggiore collaborazione nella gestione tra pubblico e privato"

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di Marco Galvani

E’ stato sindaco di Monza e quindi anche presidente del Consorzio Villa Reale. E lo è stato anche se "ero tra quelli che non erano d’accordo con quel modello di gestione". Ma poi ti trovi a ricoprire un ruolo che ti impone di gestire con quelle regole "un bene pubblico di valore indiscutibile". E "devi farlo nel miglior modo possibile". Roberto Scanagatti ha capito dopo i primi anni che "quel modello poteva funzionare, pur restando convinto ancora oggi che ci siano altre e migliori forme per la gestione della Villa Reale".

Nei ‘suoi’ anni la Villa appena restaurata ha funzionato. E non soltanto per effetto di Expo 2015. Dopo un secolo di abbandono erano tornate le mostre d’arte – da Steve McCurry a Caravaggio –, erano tornate le file ‘chilometriche’ anche per ammirare gli appartamenti reali, era tornata la Triennale che ormai se n’è già andata. Il Parco ha vissuto anche la stagione dei grandi concerti, il doppio Ligabue su tutti. Sono stati, in un certo senso, gli ‘anni dell’illusione’. L’illusione che davvero la Villa fosse tornata agli antichi splendori e che stesse entrando in un futuro ‘reale’. Un miraggio. Una favola senza lieto fine. I titoli di coda scorrono in queste settimane. Fine del matrimonio tra il concessionario Nuova Villa Reale Monza, società controllata da NA.GEST (Navarra Gestioni) e il Consorzio. Con Attilio Navarra (legale rappresentante della società costituita dal raggruppamento di imprese che aveva vinto il concorso internazionale per il recupero e la valorizzazione della Villa e dei giardini reali assicurandosi anche la gestione ventennale del corpo centrale della reggia restaurato nel 2014) che ha deciso di andarsene chiedendo oltre 8,3 milioni di euro di ‘danni’ all’ente pubblico.

E con il Consorzio che recede dal contratto accusando il concessionario di aver lasciato soltanto "danni e debiti". "Dobbiamo essere consapevoli che non è inevitabile quello che è successo – il rammarico dell’ex sindaco Scanagatti –. Negli ultimi anni c’è stato un crollo dell’offerta culturale in un mondo in cui devi tenere testa a una concorrenza di altissimo livello". Certo, "serve anche il coraggio di rischiare in aggiunta alle competenze", ma – si chiede – "da parte del soggetto pubblico cosa è stato fatto?". La situazione è degenerata nell’ultimo anno, ma i rapporti hanno iniziato a deteriorarsi nel 2017 (negli ultimi mesi della Giunta Scanagatti) quando la società Nuova Villa Reale Monza ha chiesto formalmente la revisione del piano economico-finanziario della concessione alla luce dei bilanci costantemente in perdita. Colpa, secondo il concessionario, della mancata realizzazione del progetto di riqualificazione delle altre ali della Villa Reale oltre il primo lotto che ha riguardato il corpo centrale, dell’assenza di una strategia da parte del Consorzio per la promozione della reggia a livello non soltanto nazionale ma anche internazionale, della mancata costruzione di un parcheggio e dell’esclusione dagli eventi legati a Expo 2015. Davanti alla "reiterata inerzia del Consorzio", il concessionario ha inviato a fine 2019 un atto di diffida e di recesso dal contratto chiedendo un ‘risarcimento’ milionario. A un anno di distanza, nulla è cambiato. E il concessionario ha deciso di andarsene. I rimpalli di responsabilità e le accuse reciproche di gravi inadempienze saranno accertati in un’aula di tribunale, ma "resta il tema di riaprire la Villa il prima possibile e di come farlo", evidenzia Scanagatti.

"Ci sarebbe voluta maggiore collaborazione da entrambe le parti in questi ultimi anni, ma oggi è necessario trovare una soluzione anche per dare una prospettiva ai lavoratori coinvolti. Il Covid non può diventare una scusa per tutto. E’ una tragedia, ma il mondo della cultura appena ha potuto ha riaperto. Una parte della Villa, invece, è rimasta chiusa". Oggi "è il tempo di rivedere il modello di gestione, ma senza scimmiottare altre realtà". Oggi "è il momento di avere il coraggio".