Vaccini antinfluenzali finiti: i medici di base contro Regione Lombardia

"La responsabilità legale per la mancata consegna è della Regione che non ha mantenuto quanto pattuito"

Vaccini insufficienti e molti anziani si sono visti cancellare l’appuntamento

Vaccini insufficienti e molti anziani si sono visti cancellare l’appuntamento

Monza, 1 dicembre 2020 - I vaccini antinfluenzali sono terminati: i medici di famiglia contestano Regione Lombardia, per la mancata consegna. Fanno osservare che il mancato rispetto del piano di consegna, a suo tempo definito sulla scorta delle indicazioni Regionali, sta comportando gravi disagi: i medici sono costretti a disdire gli appuntamenti già in calendario con gli assistiti, senza poter riprogrammare un’agenda per gli accessi di tutti coloro che devono essere richiamati. Gli assistiti non comprendono i meccanismi di questo grave inadempimento e spesso riversano sul medico rabbia e frustrazione.

«I cittadini non trovano alcuna ragione per cui la vaccinazione sia solo parzialmente accessibile nella Sanità pubblica - scrive Fimmg (Federazione Italiana Medici Medicina Generale) Monza e Brianza - soprattutto in questa contingenza emergenziale, a fronte dell’offerta delle strutture private, ampiamente pubblicizzata, costosa e non ancora esaurita... Quindi nel caso di conseguenze medico- legali - scrivono i medici - la responsabilità unica sarà attribuita alla Regione, che non ha mantenuto quanto pattuito con i medici di medicina generale. Nella nostra realtà confluiscono il 99% dei medici di famiglia della Ats della Brianza. Riteniamo che le amministrazioni in oggetto debbano immediatamente convocare le organizzazioni sindacali, per dare spiegazioni della situazione incresciosa nella quale i medici si sono venuti a trovare".

Solo ieri, come spiegano i medici, il direttore Generale Sanità Marco Trivelli, ha dichiarato pubblicamente che i vaccini mancano e ciò ha un po’ allentato la pressione sulla medicina di famiglia. La conseguenza è che il medico dovrà selezionare tra i pazienti ultra 65nni coloro ai quali somministrare le poche dosi di vaccino ricevute. "Con quale criterio - si chiedono i medici - dovremmo scegliere, discriminando i pazienti residui che attendono il vaccino?".