BARBARA APICELLA
Cronaca

Una moda senza barriere Il sogno di Bali Lawi espone a Villa Taverna

Un team tutto al femminile e interetnico per avvicinare alle sfilate anche le persone comuni che normalmente ne sarebbero escluse.

Una moda senza barriere  Il sogno di Bali Lawi  espone a Villa Taverna
Una moda senza barriere Il sogno di Bali Lawi espone a Villa Taverna

di Barbara Apicella

"I want to see people happy: io amo vedere le persone che quando indossano quel vestito che hanno comprato dal loro stilista preferito percepiscono quell’energia che lui ci ha messo nel crearlo. E decidono di indossarlo anche più di una volta, perché indossandolo indossano quell’energia che lo stilista ha messo nel realizzare quel capo". Inizia così la chiacchierata con Bali Lawi, 40 anni, modella nata in Nigeria ma adottata da una famiglia italiana della Bassa Parmense, che da anni vive tra Milano e la Brianza. Una Brianza che ha sempre amato e frequentato tanto ("Ricordo ancora le passeggiate in centro a Monza ammirando i palazzi, i monumenti e la Villa Reale che adoro, oltre alla partecipazione al Gran Premio", racconta). Una Brianza dove oggi ha trovato l’amore.

E qui in Brianza Lawi venerdì 1 settembre organizza a Canonica, in Villa Taverna, l’evento promosso dall’associazione A coded world, che lei ha fondato nel 2014 e che porta avanti insieme a un team al femminile. Il debutto a Monza con l’associazione l’anno scorso, e nel 2023 il bis a Canonica dove presenteranno l’evento Arte Moda Futura. A sfilare le modelle con i capi di Paolo Rossello (del brand P.A.R.O.S.H.). "L’obiettivo è far conoscere il lavoro degli stilisti e dei brand. Mostrare alle persone che amano la moda ma che, normalmente, non hanno la possibilità di accedere alle passerelle di respirare quell’aria che si respira per questi grandi eventi. Permettere alle persone di vedere e toccare la creatività che c’è dietro a ogni abito. Far vivere agli amanti della moda quell’esperienza normalmente riservata solo agli addetti ai lavori". Una vita nel mondo della moda avanti e indietro dall’Italia agli Stati Uniti (ma non solo). "Quando ho iniziato le modelle provenienti dall’Africa erano poche - racconta -. Peraltro c’erano determinate regole che, ad oggi, sono state superate: come per esempio quella di non farsi le treccine. All’inizio non è stato facile soprattutto sulle passerelle europee, ma ho creduto fino in fondo nelle mie capacità e nella voglia di realizzare il mio sogno". Dalla sua parte la modella non aveva solo determinazione e voglia di realizzare il suo sogno, ma anche una famiglia che l’ha sempre sostenuta. Ed è proprio lo spirito di squadra il segreto. "Una piattaforma che vuole integrare fra loro le diverse etnie per costruire una cultura comune anche attraverso la moda, quella sorta di ‘melting pot’ , spinta da un unico spirito: moda, arte e cultura. Un intercambio culturale con la presenza di ospiti di rilievo di vari settori e provenienti da varie parti del mondo".