Una lezione di creatività . Una vetrina per i futuri artisti nel museo più piccolo di tutti

Le loro opere saranno esposte a rotazione sino alla fine di aprile

Una lezione di creatività . Una vetrina per i futuri artisti nel museo più piccolo di tutti

Una lezione di creatività . Una vetrina per i futuri artisti nel museo più piccolo di tutti

È cominciato nei giorni scorsi con l’opera di Silvia Tolio il sodalizio del liceo artistico Nanni Valentini con il MiMuMo Micromuseo Monza (promosso da Felice Terrabuio) che porterà nel cuore della città le opere degli studenti (nella foto), guidati dai loro insegnanti, fino al 30 di aprile. Il lavoro di Silvia, 5° G, indirizzo figurativo, “il cerchio in sé“, dialoga con l’opera di K Malevic (“Quadrato nero su sfondo bianco“; 1915) e così facendo porta a riflettere sul fare arte oggi. Il Micromuseo Monza (visibile 24/24h) abita la vetrina della Casa della luna rossa, in via Lambro 1 e ospiterà a rotazione le opere di sei classi dei ragazzi del liceo, di altrettanti indirizzi (scenografia, figurativo, design, grafica, multimediale e architettura e ambiente), anche se a turni doppi hanno contribuito circa 12 classi. Da settembre ad oggi i ragazzi hanno preparato le loro installazioni e opere, come racconta il professor Andrea Sciffo, insegnante di italiano (fra gli ideatori del progetto) da cui emerge il primo risultato di ciò che si produce durante il percorso di formazione: i soggetti in azione sono allievi, non ancora artisti in proprio, ma vivono e “respirano“ l’arte attraverso i loro insegnanti, tutti professionisti dei diversi settori artistici: Patrizia Simonelli (scenografia), Lucia Bruzzichelli (design), Maurizio Telloli (multimediale), Elena Mapelli, Francesca Mussi e Antonio Cusmà (indirizzo figurativo). Si riprende in questo modo lo spirito della bottega artistica proposto dall’Isia, in cui gli studenti “imparavano facendo“ e vivendo a diretto contatto con i maestri professionisti. Dal MiMuMo hanno ricevuto una committenza vera e propria, occasione di visibilità. "I loro lavori - spiega la professoressa Fernanda Menendez, insegnante di arti figurative - prendono le mosse dai compiti che le discipline assegnano nel corso dell’iter metodologico del triennio d’indirizzo. Il contatto con le opere del contemporaneo e con la tradizione apre uno spazio creativo in cui gli studenti operano e concretizzano questi lavori, nella tensione tra le istanze dell’espressione di sé e il confronto necessario con i capisaldi metodologici delle arti, cioè, nell’attività didattica".

"Con la classe 5° I figurativo - anticipa Cusmà - dal 4 marzo, esporremo un lavoro che rappresenta il percorso progettuale della performance ’Essere’ che verrà rappresentata dai ragazzi, dal vivo, nella mattinata del 7 marzo". Attraverso una serie di figure in bianco e nero, gli studenti stessi racconteranno il loro percorso alla scoperta della vita. Il progetto è di Julia Nezdza che ha aggiunto anche un pezzo di danza del ventre, ballato da due compagne.

Cristina Bertolini