FABIO LUONGO
Cronaca

Un tatuaggio per sorridere Sindrome di Moebius ko

Paralizza i movimenti facciali ed espone i bimbi al pericolo discriminazione. Il Kold Tattoo scriverà una parola sulla pelle in cambio di una donazione per l’AISMo.

Un tatuaggio per sorridere Sindrome di Moebius ko

di Fabio Luongo

Quando un tatuaggio vale un sorriso. Una parola scritta sulla pelle per aiutare a far capire ai ragazzi più giovani cosa significhi aver a che fare con una malattia rara e l’emarginazione a cui troppo spesso si rischia di andare incontro. Un’emarginazione che può sfociare persino in bullismo. Per accendere un faro su tutto questo è nata l’iniziativa di sensibilizzazione che domenica metterà assieme l’Associazione italiana Sindrome di Moebius e lo studio lissonese di tatuaggi Kold Tattoo: nel negozio di via Gramsci saranno realizzati tatuaggi a scopo solidale, col ricavato che verrà donato all’associazione brianzola impegnata a combattere questa malattia, che comporta la paralisi dei muscoli facciali.

Un modo originale per avvicinare adolescenti e giovani. "L’idea è nata parlando coi responsabili di Kold Tattoo - spiega Renzo De Grandi, presidente dell’AISMo -. Loro hanno clienti molto giovani, che in questa giornata potranno farsi tatuare una parola in cambio di una donazione: una quota andrà alla nostra associazione". "Quello che ci sta a cuore, più che la raccolta fondi, è però arrivare a far conoscere e a spiegare ai giovani cos’è la problematica di una malattia rara, cos’è l’emarginazione - sottolinea -. Un tema che ci segnalano molte famiglie: i figli vengono emarginati, in alcuni casi ci sono stati episodi di bullismo. Vogliamo sensibilizzare questa fascia d’età". "Con le nostre attività siamo sempre arrivati alle famiglie, ai medici, ma gli adolescenti e le scuole ancora ci mancano - racconta -. Come associazione ci siamo dedicati al benessere delle famiglie: abbiamo organizzato convegni scientifici e incontri con famiglie e psicoterapeuti. Qui è emersa questa criticità, sia del paziente adolescente sia di fratelli e sorelle di questi ragazzi, che vivono la situazione in maniera difficile: ad esempio non riescono a capire perché ci siano magari più attenzioni, da parte dei genitori, verso il figlio con la malattia".

Da qui l’iniziativa di sensibilizzazione, che si è concretizzata grazie al contatto con Alessandro Fossati, tatuatore nello studio Kold Tattoo. "Avevo in mente di fare qualcosa di benefico e di originale - dice Fossati -, così è nato questo progetto. Per me il tatuaggio è molto più di una cosa che viene messa sulla pelle: fondamentalmente lavoro per cercare di donare un sorriso e in questo mi sono ritrovato con lo spirito dell’AISMo. Domenica tatuerò una parola “al buio”, direttamente con la macchinetta, a mano libera. Tutto quello che sarebbe il mio guadagno verrà donato all’associazione".