GUALFRIDO GALIMBERTI
Cronaca

Un occhio in passerella Scala si affaccia al Lido Giovane regista monzese arriva in sala a Venezia

Il 21enne sta cercando di affermarsi nel mondo del cinema. È tra gli invitati al Festival, si potrà confrontare con i grandi autori e attori.

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Un occhio in passerella Scala si affaccia al Lido Giovane regista monzese arriva in sala a Venezia

di Gualfrido Galimberti

In sala al Festival del cinema di Venezia. Per ora come spettatore, ma domani potrebbe essere di nuovo in Laguna con un suo progetto da presentare al grande pubblico. Stefano Scala a soli 21 anni sta cercando di affermarsi nel mondo del cinema in qualità di regista. "È iniziato tutto trascorrendo ore da bambino con mio papà, che è un grande appassionato di film - racconta -. Poco per volta, crescendo, mi sono appassionato anch’io. Guardando centinaia di film si è sviluppato sempre più l’occhio critico e, di pari passo, la voglia di essere non solo spettatore, bensì di far parte del prodotto finale".

La sua carriera è partita davvero da lontano, in senso anagrafico e geografico. "Quando avevo 7 anni e vivevamo ancora a Napoli - spiega - ho iniziato a studiare recitazione. Un percorso proseguito anche dopo il trasloco a Monza: a 10 anni mi sono iscritto ai corsi del teatro Binario 7. Da lì, pian piano, tutto è nato per caso e per gioco. Dapprima girando i miei piccoli progetti con lo smartphone, poi iniziando a vivere tutto questo in modo sempre più professionale. Ora si lavora in team, con esperti. A maggio 2022 ho fondato l’associazione cinematografica Sds Production con Simone Arcidiacono: ora stiamo diventando una casa di produzione. Nel maggio di quest’anno è uscito “Arte“ con me e Simone alla regia. A febbraio abbiamo trasmesso anche sul Canale 16 del digitale terrestre, abbiamo fatto cortometraggi. Le idee sono tante". Essere a Venezia al festival, per uno che vive di cinema e che desiderava far parte di questo mondo fin da bambino, è un sogno che si avvera.

"Non posso dire che è una tappa - si schermisce il giovane regista brianzolo -, dico che si tratta addirittura di un punto di inizio. A Venezia non presento nessun progetto, però sono tra gli invitati. È uno dei festival più importanti al mondo, non si va lì con raccomandazioni. C’è stato un gran lavoro dietro. C’è stata una mezza possibilità anche lo scorso anno, ma poi è sfumata per diversi motivi. Sicuramente vivrò questa partecipazione con tanta emozione, è l’evento dell’anno dopo gli Oscar. Avere la possibilità di sedermi in sala per vedere i film dei grandi registi, confrontarmi con loro e con i grandi attori è un’occasione unica. Sono convinto che porterò a casa qualcosa: c’è sempre da imparare dagli altri, figuriamoci dai maestri".

Scontato chiedergli come vive il papà, involontariamente artefice di questa passione, questo momento speciale targato Venezia. "Beh, mio padre più volte mi diceva di trovarmi un lavoro vero - sorride Scala -. E per certi versi lo capisco. Le cose però stanno andando bene, da passione è diventata davvero un lavoro. In famiglia trovo i miei primi sostenitori. Sono ancora molto giovane, c’è tanta strada da fare, ma le soddisfazioni stanno arrivando".

Scuote invece la testa se gli si chiede cosa pensa del cinema a Monza e Brianza. "Siamo tanto indietro, se si va avanti così i cinema chiudono - dice -. Non pretendo che si respiri aria di cinema come a Roma, ma serve una maggiore promozione. Nel mio piccolo ho cercato di girare scene a Monza proprio per sensibilizzare e richiamare l’attenzione. Per carità, senza superbia: so benissimo che la mia è una realtà piccola e che, di conseguenza, anche l’impatto che posso generare non è elevato. Goccia dopo goccia, magari anche crescendo io e Simone con la nostra realtà, speriamo di poter contribuire a un’inversione di tendenza".