
Il vicesindaco di Seregno William Viganò con uno dei coleotteri liberati per dare la caccia al parassita
La takahashia japonica si sta diffondendo in tutta la Lombardia infestando tutte le piante? L’Amministrazione comunale corre ai ripari con metodi naturali: nella mattinata di venerdì ha deciso di liberare 600 coleotteri al parco 2 Giugno alla Porada.
Un intervento del tutto sperimentale su cui vengono riposte molte aspettative: secondo le indicazioni degli esperti i coleotteri potrebbero diventare l’antagonista naturale del parassita di origine asiatica. La takahashia japonica è un fenomeno recente ma non nuovo nei nostri territori.
Molti cittadini hanno imparato ad avvistare questi anelli bianchi, molto simili a fiocchi di cotone, che si moltiplicano sui rami. Non sono assolutamente pericolosi per la salute dell’uomo e degli animali, ma possono creare molti danni ai nostri alberi. Non a tutti.
Innanzitutto possono indebolire in maniera importante alberi che già sono in condizioni precarie (non causa danni irreversibili o particolarmente gravi a piante sane e vigorose).
E poi alcuni alberi più di altri sono particolarmente colpiti. Sono le piante ornamentali – come precisa il servizio fitosanitario della regione Lombardia con una nota –, in particolare gli aceri, i carpini bianchi, i gelsi, i bagolari, i liquidambar e gli olmi. L’Amministrazione comunale, ben consapevole del fatto che Seregno ha un ricco patrimonio verde, ha cercato di studiare come evitare questo fenomeno. La risposta degli esperti è stata disarmante: al momento non esistono in Italia strategie di contrasto dall’esito certificato. La scelta è stata dunque quella di liberare questi 600 coleotteri molto simili alle coccinelle. L’operazione è stata eseguita lungo un filare di 12 gelsi, oltre che a 2 ciliegi e a un carpino adiacenti al filare stesso.
L’iniziativa non si ferma qui. L’intervento sarà infatti completato, in un momento successivo, da due lavaggi con soluzioni a base di olio di Neem e derivati di alghe, composti totalmente naturali e innocui per l’uomo e per gli animali.
L’intervento ha un carattere davvero sperimentale ed è pensato per funzionare sul lungo periodo: al momento, infatti, non c’è nessuna certezza riguardo all’efficacia della procedura.
Tuttavia, trattandosi di un intervento certamente poco invasivo, il Comune di Seregno ha deciso di dare il suo contributo partecipando alla sperimentazione. L’iniziativa è seguita con molta curiosità e interesse.
A testimonianza dell’attenzione che l’amministrazione vuole dedicare a questo tema la presenza sul posto del vicesindaco William Viganò: ha voluto assistere personalmente alla sperimentazione, seguendo gli esperti nel loro lavoro, per conoscere nel dettaglio questa attività di contrasto completamente naturale, che qui in Brianza non ha ancora trovato applicazione.
Qualora dovesse funzionare, ovviamente, potrà essere replicata su larga scala nel resto del territorio per salvare altre piante e consentire alla città di conservare la sua vocazione green.